Paola Cortellesi, il monologo contro la discriminazione femminile ai David di Donatello

22/03/2018 di Redazione

Paola Cortellesi ha svolto un bellissimo monologo ai David di Donatello, il più prestigioso premio cinematografico italiano. In apertura della cerimonia trasmessa su Rai Uno, l’attrice è intervenuta per prendere posizione contro la violenza sulle donne, che inizia con una discriminazione anche verbale.

Paola Cortellesi, il monologo contro la discriminazione femminile ai David di Donatello


Paola Cortellesi ha correttemente rimarcato come tante parole diventino dispregiative e denigratorie quando il genere cambia da maschile a femminile, quasi sempre con un’accezione sessuale negativa. «Un cortigiano: un uomo che vive a corte; Una cortigiana: una mignotta. Un massaggiatore: un cinesiterapista; Una massaggiatrice: una mignotta. Un professionista: un uomo molto pratico del suo mestiere; Una professionista: una mignotta. Un uomo di strada: un uomo del popolo; Una donna di strada: una mignotta. Un gatto nero: deceduto; una gatta morta, una mignotta», ha elencato Paola Cortellesi.

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Dopo aver fatto questo triste elenco, l’attrice, che nel 2011 ha vinto un David di Donatello per il ruolo di miglior attrice protagonista di Nessuno mi può giudicare, ha proseguito ironizzando malinconicamente su come determinate parole offensive non si traducano poi in discriminazioni reali.

 

«Questa sera non voglio fare la donna che si lamenta e che recrimina, però anche nel lessico noi donne un po’ discriminate lo siamo. Sono soltanto parole, certo, però se fossero la traduzione dei pensieri allora sarebbe grave, sarebbe proprio un incubo ». Dopo aver pronunciato questa parte del monologo alcune attrici hanno recitato frasi standard utilizzate per biasimare la condotta delle donne, come «sei una donna con le palle, certo che lei va che in giro vestito così, dovresti essere contenta se ti guardano, te la sei cercata», quest’ultima ripetuta più volte prima della sarcastica chiusura di Paola Cortellesi, che ha enfatizzato come per fortuna in Italia queste parole discriminatorie contro le donne non siano mai state utilizzate

Foto copertina: Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire

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