Un nuovo tipo di cyber-attacco ha colpito un’azienda petrolifera in Arabia Saudita

Nell’agosto del 2017, si scopre giovedì 15 marzo, un nuovo tipo di cyber-attacco ha colpito un’azienda petrolifera (rimasta anonima) operante in Arabia Saudita. Rispetto alle offensive registrate negli ultimi due anni nel regno, questa ha avuto come obiettivo il danneggiamento fisico della struttura tramite un’esplosione.

LEGGI ANCHE > Come Londra si prepara alla cyber war con Mosca

La cyber-guerra, riporta il New York Times, assume così connotati diversi non limitandosi più al boicottaggio di server privati o pubblici; lo scopo, oggi, è quello di infliggere ferite concrete e ben visibili.

Al momento è ancora difficile individuare chi possa essere stato il responsabile dell’attacco. Rimane il dato che si è voluto danneggiare la principale fonte di guadagno dell’Arabia Saudita (il settore petrolifero) lanciando allo stesso tempo un messaggio al principe ereditario Muhammad Bin-Salman, reo-confesso di avere impresso una nuova direzione al regno con maggiori investimenti in altri tipi d’industria, come illustrato nel suo Vision 2030.

Stati Uniti, Iran, Cina, Russia e Israele. Sono questi i cinque Paesi che hanno sviluppato una tecnologia tale per questo tipo di attacco. Escludendo Pechino e Mosca per i loro buoni rapporti con Riyad e Washington e Israele per la loro collaborazione anti-Iran, sul tavolo degli indiziati rimane solo Teheran che, nel dubbio, ha negato ogni tipo di responsabilità.

Rispetto ad altri tipi di attacchi promossi dalla Repubblica Islamica, questo è stato di tutto altro livello. Tuttavia non è da escludere l’avanzamento di Teheran nell’ambito della guerra cibernetica.

(Credits foto: Ansa)

Share this article