Pavia, adesivi per marchiare gli antifascisti come facevano i nazisti

03/03/2018 di Redazione

Pavia, le casa di diverse decine di persone sono state oggetto di un raid dal sapore nazista. Le abitazioni di attivisti antifascisti sono state marchiate con adesivi che dicevano «Qui abita un antifascista».

Pavia, adesivi per marchiare gli antifascisti come facevano i nazisti

L’intimidazione appare ispirata a logiche naziste, come denunciato da Gabriele Duci sul suo profilo Facebook. Questa mattina mi son svegliato e ho trovato questa gradita sorpresa accanto al citofono.

«Negli anni ’30 fascisti e nazisti marchiavano i negozi degli ebrei. Negli anni 2000 i neofascisti marchiano le case dei cittadini che si sono espressi pubblicamente contro il fascismo.

Evidentemente le cattive abitudini non passano. Anche perchè, sono gli stessi di allora, solo se la prendono con soggetti diversi.
Questo adesivo me lo sono meritato perchè mi sono espresso pubblicamente, anche su questo gruppo, contro il fascismo. E continuerò a farlo più forte di prima, perchè è il dovere di ogni cittadino democratico.

In questi giorni su alcuni giornali si cerca di far passare il termine “antifascista” come sinonimo di “manifestante violento”, e questo è profondamento sbagliato. Io non sono un violento, non appartengo a nessuna associazione o partito (e pensate un po’, non sono neanche comunista), sono solo un libero cittadino che rifiuta ogni forma di fascismo, come ogni persona a cui sta a cuore la propria libertà e quella degli altri.
Libertà che questi schifosi cercano di limitare con l’intimidazione mafiosa del “so dove abiti”.
Quell’adesivo sono orgoglioso di tenerlo accanto al citofono, così come le tantissime altre persone che come me l’hanno ricevuto. Sono sicuro che molti altri ora lo vorranno, provvederemo a stamparne più possibile!»

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Anche Giacomo Gallazzo ha condiviso su Facebook l’ignobile marchiatura che ha subito la sua abitazione. «Stamattina ho trovato questo. Sono venuti a casa mia per appenderlo sul mio campanello, e a quanto leggo non sono il solo. 

A questo gesto squadrista, a questa intimidazione vergognosa rispondo con orgoglio che sì, lì ci abita un antifascista. E state certi che tornerò fuori da quella porta per dirlo a voce alta, tutte le volte che potrò #maipiùfascismo«

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