A Google sono arrivate 2,4 milioni di richieste di diritto all’oblio in UE

Vogliamo che la rete si dimentichi di noi. Dal maggio 2014, data dell’introduzione della legge europea sul diritto all’oblio, a Google – il principale motore di ricerca – sono arrivate oltre 2,4 milioni di richieste di cancellazione di url riguardanti singoli casi specifici di soggetti che hanno espresso la volontà di non essere indicizzati in rete con quel tipo di chiave di ricerca.

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GOOGLE DIRITTO OBLIO, I DATI

Questi dati forniti dal motore di Mountain View, successivamente, saranno incrementati e potenziati con altri riferimenti. Si tratterà di indicare anche chi ha effettuato la richiesta di cancellazione, il contenuto della stessa richiesta e il sito web che ha pubblicato l’articolo o il riferimento che l’utente intenderà cancellare.

Per il momento, si mette in evidenza che quasi il 25% delle richieste di diritto all’oblio è stato fatto perché gli articoli contenevano informazioni professionali, ma ci sono anche cancellazioni dovute a semplici errori formali. Circa un terzo di richieste sono state effettuate per cancellare notizie scritte sui social network, mentre circa il 21% riguardava URL relativi a notizie e siti web governativi che per lo più riguardavano la storia legale dei richiedenti.

GOOGLE DIRITTO OBLIO COS’È E COME FUNZIONA

Da quando la Corte di Giustizia europea ha stabilito il diritto all’oblio, dunque, le richieste si sono moltiplicate. Secondo la disciplina, quindi, il motore di ricerca – in questo caso Google – ha progressivamente verificato se le informazioni riportate negli indirizzi web per cui è stata richiesta la cancellazione fossero non accurate, esagerate, irrilevanti, eccessive o se la notizia potesse essere di pubblico interesse.

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