Il recordman delle non-restituzioni M5S Della Valle: «Non chiedo scusa a Di Maio»

16/02/2018 di Redazione

«Postavo bonifici che poi non inviavo, e per questo voglio chiedere scusa agli elettori, con cui avevo preso un impegno, e a Beppe Grillo e Casaleggio. Ma non certo chiedo scusa a Di Maio». Parla così Ivan Della Valle, deputato M5S finito al centro dello scandalo dei rimborsi non restituiti al fondo per le piccole e medie imprese, recordman di versamenti dovuti e non effettuati con 270mila euro di false dichiarazioni.

Della Valle, recordman di non-restituzioni M5S chiede scusa a Grillo ma non a Di Maio

In un’intervista rilasciata ad Annalisa Cuzzocrea per Repubblica il parlamentare pentastellato spiega di aver cominciato a restituire molto meno di quanto dichiarava dopo la nascita del direttorio, quando il Movimento 5 Stelle «ha smetto di essere quello per cui mi battevo dal 2008»:

Cosa c’entra il non crederci col falsificare le dichiarazioni?

«Ho fatto un errore grandissimo: non ho avuto il coraggio di dimettermi. Ho continuato a portare avanti con il massimo impegno alcune battaglie, praticamente da solo».

Cioè?

«Ha mai sentito parlare Di Maio di Tav, che costa 17 miliardi? Poteva prenderle lì, le coperture per il programma. Nel Movimento di Di Maio, delle battaglie delle origini non è rimasto nulla».

E ha deciso di imbrogliare.

«Fai sacrifici quando credi in qualcosa. Quando non ci credi più, diventa difficile. Se avessi detto che non restituivo mi avrebbero cacciato. Io non ho mantenuto l’impegno con gli elettori sui rimborsi, questo Movimento non sta mantenendo altre decine di impegni presi. Nello stesso codice etico che mi obbligava a restituire c’era il no ai talk show e ai candidati indagati. E invece è cambiato lo statuto. Se mi chiamassi Raggi o Appendino cambierebbero anche la parte sulle restituzioni? Direbbero che basta un forfait?».

Per Della Valle la malafede è quella di chi ha cominciato a guadare il Movimento tradendo le posizioni espresse in precedenza: «Quando vai da un elettore e gli dici mettimi la firma per uscire dall’euro, poi vai in tv e dici sì euro cos’è quella? Non è malafede?».

(Foto: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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