Quel fascismo che indossa (oggi) giacca e cravatta

16/02/2018 di Redazione

Dalla tentata strage di Luca Traini a una Norimberga mai fatta. Il fascismo è diventato mainstream? E se sì perché e come lo è diventato? Ieri se ne è parlato nell’evento organizzato dal collettivo Achtung Banditen, al Nuovo Cinema Palazzo a San Lorenzo, Roma. “Achtung Banditen” era la scritta in tedesco che si trovava sui cartelli nelle zone calde della Resistenza. E i partigiani nella metropoli (così si definiscono i ragazzi di Achtung) hanno analizzato ieri, con un parterre di giornalisti, cosa sta accadendo oggi in Italia. Dove si assiste sempre più a opinionisti social con tendenze di estrema destra, partiti neofascisti che partecipano a salotti televisivi, all’avvento del cosiddetto fascio pop.

DA SILVIO BERLUSCONI ALLA PACIFICAZIONE IN PARLAMENTO

In realtà non ci siamo svegliati all’improvviso con le forze di estrema destra che raccolgono like su Facebook e compaiono sempre più in tv . Si tratta di un lavoro lento. Una narrazione che parte dopo la fine della Prima Repubblica. “Qualcuno ricorda quando Silvio Berlusconi, nel novembre 1993, disse che se avesse votato a Roma avrebbe votato Gianfranco Fini”, spiega Guido Caldiron, del Manifesto. Quella serie di dichiarazioni sulla bontà del fascismo, su Mussolini che non aveva fatto solo cose brutte fanno parte di una narrazione. Una narrazione che è proseguita come un tarlo, di anno in anno. “Si è passati alla legittimazione dell’alleato postfascista”, spiega. Già, gli eredi del Ventennio, l’Msi, la destra radicale e infine Alleanza Nazionale. Il problema fascismo è così risolto. Restano fuori dalla politica i mostri, i negazionisti, l’estrema estrema destra, gli irriducibili. E poi? Cosa è successo? Abbiamo vent’anni di voci dei vinti, l’equiparazione di memorie. “Questo è un Paese – spiega Caldiron – che non ha mai avuto la sua Norimberga, che non ha processato nessuno per i suoi crimini. Un paese che si è auto assolto. Chi oggi ha 25, 30 anni è cresciuto dentro una storia pubblica, raccontata dai media, differente. Ha fatto più danni il salotto di Vespa che i volumi della storiografia revisionista che in pochi hanno letto”.

L’altro filo paralello – ricorda Calderon – è quello del centrosinistra. Con Violante, esponente del Pci e magistrato di punta a Torino contro Ordine Nuovo, a inaugurazione della Camera, nel 1996, che si chiede come mai quei ragazzi scelsero di combattere nelle file della Repubblica sociale italiana anche quando la sconfitta era cosa certa. Pacificazione, dopo gli anni di piombo. “Noi non siamo più i comunisti e voi non siete più i fascisti che tanta paura facevano”, chiude Calderon.

E poi le narrazioni di destra e sinistra si sono quasi sovra esposte. Oggi è anche il centro sinistra a spiegare, con la politica Minniti, quanto sia importante “aiutarli a casa loro”. Ora la destra si razializza. Lo slogan di tutto ciò è prima gli italiani, la minaccia della cultura italiana. “La rimozione del fascismo come problematica e la ricerca della pacificazione ha reso in qualche modo non più visibile questa evoluzione”, conclude Calderon. Basti pensare alle violenze che coinvolgono forze di estrema destra, derubricate come risse tra balordi, folli con la pistola.

DALLE VITTIME DI LUCA TRAINI AI SITI “DI ESTREMA DESTRA” SEGUITI IN CAMPAGNA ELETTORALE

Così succede che molti si chiedono perché il sindaco di Macerata, centrosinistra, non sia andato di persona a trovare le vittime di Luca Traini in ospedale. Perché passi una linea morbida sui fatti della città marchigiana. Mapping Italia News, progetto mira a creare una mappatura della copertura mediatica su temi politici prodotta dai media italiani in vista delle elezioni politiche del 2018, ha delineato i siti più seguiti dopo i fatti di queste settimane. E sulla morte di Pamela spuntano anche siti molto di parte come “Il primato nazionale”, quotidiano on line di CasaPound. E il tema della cronaca mixata all’immigrazione, spiega anche un report della settimana precedente rispetto alla manifestazione di Macerata, è molto sentito.

L’articolo del Messaggero “Diciottenne romana fatta a pezzi e chiusa nelle valigie, fermato spacciatore nigeriano: trovati vestiti della ragazza e tracce di sangue” ha ottenuto ben 43.974 reazioni, 7.747 condivisioni ed è stata commentata 21.195 volte. I particolari macabri della notizia, la giovane età della vittima e l’etnia dell’uomo fermato per il suo probabile coinvolgimento sono tutti dettagli che hanno determinato un numero così alto di engagement.

Il resto del dibattito a cui sono intervenuti Leonardo Bianchi, Annalisa Camilli, Guido Caldiron, Marco Santopadre, Valerio Renzi, Zerocalcare, potete ascoltarlo qui.

(Foto da archivio Ansa)

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