Perché sarà impossibile per i fuori sede votare il 4 marzo

Ahhhh che meraviglia avere l’Italia come unico collegio elettorale. Adesso per chi vive e lavora fuori sede sarà un problema, non da poco, riuscire a votare per il 4 marzo. Già, perché se prima potevi farti nominare rappresentante di lista adesso, con la nuova legge elettorale e i vari collegi uninominali e plurinominali, è impossibile. Perché bisogna essere iscritti nelle liste degli elettori del territorio interessato dalla votazione, con riferimento alla circoscrizione in caso di elezioni politiche o europee.

Così si dovrà cercare di prenotare un treno, un aereo o una nave come se si dovesse prendere il biglietto per la finale di Champions League. Il più presto possibile e al minimo costo (ove si può).

LEGGI ANCHE >LA LEGGE ELETTORALE DELLE ELEZIONI POLITICHE 2018: COME FUNZIONA IL ROSATELLUM

LA PROPOSTA DI CIVATI: «AUMENTARE FONDI PER RIMBORSI VIAGGIO»

«Monta giustamente la protesta dei fuori sede. Studenti e lavoratori che vivono spesso molto lontano dal loro comune di residenza, e per cui sarà molto difficile poter esercitare il proprio diritto di voto il 4 marzo», dichiara il segretario di Possibile, Pippo Civati, candidato di Liberi e Uguali in Lombardia alla Camera. «Il governo – aggiunge Civati – si era impegnato a risolvere la questione, ma non sembra dedicarci una grandissima attenzione».

«Noi avanziamo una modesta proposta – spiega il candidato di Liberi e Uguali – in mancanza di una legge che permetta soluzioni diverse, aumentiamo a 30 milioni di euro i fondi per i rimborsi che lo stato garantisce a chi è costretto a viaggiare per tornare al proprio Comune di residenza e votare. Se consideriamo che ogni anno il governo spende dai 70 agli 80 milioni di euro in voli di Stato, per garantire le coperture finanziarie alla nostra proposta, sarebbe sufficiente rinunciare al 10% circa dei voli dei nostri ministri per garantire moltissimi biglietti aerei a moltissimi fuori sede che vogliono esercitare il loro diritto di voto».

«Sempre il governo – conclude Civati -potrebbe chiedere alle compagnia aeree che operano nel nostro paese, di prevedere tariffe speciali nel weekend del voto, a fronte della possibilità di avere molti passeggeri in più. Insomma, qualche voto di Stato in meno, moltissimi voli di democrazia in più. Per garantire che un voto il più possibile libero per tutte e tutti».

Nel mentre possiamo fare come il grande Pasquale…

Share this article