Putin List: cosa è e cosa sta succedendo tra Usa e Russia

30/01/2018 di Redazione

Il Tesoro americano ha diffuso la cosiddetta Putin-list con i nomi degli oligarchi russi vicini al presidente russo Vladimir Putin. Nella lista figurano 210 nomi, di cui 114 uomini politici e 96 oligarchi. Fra questi anche Roman Abramovich, il fondatore del colosso industriale Oleg Deripaska. Ma cosa è la Putin-list? La stesura di questa lista è prevista dalla legge approvata dal Congresso americano. Si tratta di un elenco di persone che potrebbero esser sanzionate per le interferenze della Russia sulle elezioni del 2016. Elezioni in cui si ritiene che la Russia sia intervenuta a favore della candidatura di Donald Trump nel più ampio dilemma del Russiagate.

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Il dipartimento americano al Tesoro ha semplicemente seguito una sezione della legge approvata a grandissima maggioranza bipartisan dal Congresso e firmata da un Trump un po’ contrariato. Nel cosiddetto “Kremlin Report” devono figurare sia gli uomini d’affari (familiari compresi) ed enti parastatali vicini a Vladimir. A corredo di tutto ciò esiste un secondo elenco, rimasto classificato, con i dettagli dei loro interessi finanziari: il grado di vicinanza al regime, sospetti casi di corruzione, patrimoni di famiglia.

QUALI SONO I NOMI CHE FIGURANO NELLA PUTIN LIST

Nella lista stilata ci sono molti uomini dell’entourage politico di Putin, fra i quali il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, vari consiglieri e diversi membri del Gabinetto del presidente russo. Fra questi ci sono: il premier Dmitri Medvedev, il ministro della Difesa Sergey Shoygu, il ministro dello Sviluppo economico Maksim Oreshkin il ministro dell’Energia Aleksandr Novak e quello dello Sport Pavel Kolobkov. L’elenco include gli amministratori delegati di Gazprom e Rosneft, rispettivamente Aleksey Miller e Igor Sechin.

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Secondo il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, Washington bolla come “nemici degli Stati Uniti” le persone incluse nell’elenco. Peskov ha inoltre detto che il presidente russo valuterà il tutto in un incontro con “i consiglieri della campagna elettorale” e che “commenterà lui stesso” l’incontro.

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Potremo dire, molto grossolanamente, che la Putin List varca la nuova frontiera delle sanzioni internazionali. Un rapporto bilaterale che avviene tra Stati Uniti e Cremlino. «In realtà – ha spiegato Vittorio Loi, partner dello Studio legale Pavia e Ansaldo, responsabile della Russian practice, al Sole 24 Ore – si tratta di qualcosa di molto più dettagliato e complesso di una semplice lista. È una sorta di fotografia dei soggetti che detengono le leve del potere economico in Russia con la compiacenza del regime politico».

PUTIN LIST: QUALI SANZIONI? E SOPRATUTTO COME?

Diciamo fin da subito una cosa: le persone che compaiono in quella lista non saranno immediatamente sanzionate. Si tratta più che altro di una “banca dati” utile quando si dovranno congelare patrimoni o divieti di ingresso negli Stati uniti d’America. In pratica si limita il loro potere dove si può, ovvero oltreoceano. Avendo in mano però il grilletto della situazione. Perché sanzionando un oligarca o meno, a seconda del momento, comandi quella classica strategia di “tensione” che c’è sempre stata tra gli Stati Uniti e la Russia. Si tengono le redini di un mercato potenziale. E il tutto lo giustifichi con una lista prevista in una legge approvata dal Congresso americano.

Già, perché come sottolineava il Sole 24 Ore, le cifre in ballo sono molto alte.  Le ha individuate il National Bureau of Economic Research di Cambridge, Massachusetts, con mille miliardi di capitali nascosti all’estero dai ricchi russi. Qualcosa che vale circa il  75% del reddito nazionale. Ed è qui che, paradossalmente, la Putin List può tornare utile al Cremlino. Con la paura di sanzioni e congelamenti patrimoniali il governo può far tornare a casa, indietro, diversi capitali. Ecco perché Putin ha proposto una voluntary disclosure agevolatissima e l’emissione di un Eurobond speciale per reinvestire.

LA PUTIN LIST NON E’ UN PROBLEMA (ANCORA)

Ci saranno altre “list”, più pericolose. Il Congresso Usa ha ordinato al Tesoro un secondo rapporto sull’impatto di eventuali sanzioni sui bond governativi russi (Ofz) con l’acquisto di parte del debito sovrano da parte degli investitori americani. Questo è il vero incubo di Mosca. I russi avranno sempre più difficoltà nell’investire sul mercato a stelle e strisce. E se non riesci a investire all’estero non riesci ad arricchire, paradossalmente, il tuo paese. Roba che la “Putin List” a confronto sembra la sgridata di una marachella.

(Credit Image: © Alexei Nikolsky/Planet Pix via ZUMA Wire)

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