Mai voto fu più fascista: ci sarà anche il fascio littorio

19/01/2018 di Redazione

C’è o non c’è qualcosa di strano se alle elezioni in un Paese antifascista partecipa anche una formazione che ha nel simbolo il fascio littorio, che è un chiaro richiamo ai Fasci Italiani di combattimento, il movimento politico fondato nel 1919 da Benito Mussolini? È l’interrogativo che solleva oggi il quotidiano Repubblica in un articolo a firma di Paolo Berizzi che sottolinea l’attivismo in queste settimane, nell’area della destra più radicale, quella più identitaria e sovranista, dei Fasci Italiani del Lavoro, un’organizzazione che sul proprio sito – per dire l’aria che tira da quelle parti – pubblica testamento e pensieri del Duce, un decalogo sul fascista e uno statuto che indica nella piattaforma programmatica una soluzione «che altro non potremmo chiamare se non Fascismo».

I Fasci Italiani del Lavoro in campo con Forza Nuova

Il 10 gennaio i Fasci Italiani del Lavoro hanno aderito al progetto ‘Italia agli Italiani’, la lista unitaria promossa da Forza Nuova e Fiamma Tricolore e che stanno raccogliendo le firme per partecipare al voto nazionale del 4 marzo. Come ricorda Repubblica, la scorsa primavera la formazione è finita al centro delle polemiche dopo aver conquistato il 10,4% dei consensi e un seggio alle Amministrative di un piccolo centro della provincia di Mantova, Sermide e Felonica. Dopo il voto, il Ministro dell’Interno attraverso il prefetto di Mantova, su input della presidente della Camera Laura Boldrini, ha disposto l’azzeramento dei funzionari della commissione elettorale per mancata vigilanza sulle liste. Ora i Fasci sono ancora in campo. Ma c’è anche una vicenda giudiziaria in corso. Il segretario nazionale Claudio Negrini e sua figlia ventenne Fiamma Negrini, l’eletta in consiglio comunale a Sermide, insieme ad altre sette persone sono indagati dalla Procura per tentata ricostruzione del partito fascista.

 

 

Dunque, il fascio non sarà sulla scheda elettorale, in ogni caso. Ma è lecito chiedersi come mai può una simile formazione continuare a svolgere la sua attività richiamandosi al fascismo. Ed è lecito chiederselo soprattutto se si tiene conto della XII disposizione transitoria della Costituzione che vieta la riorganizzazione del partito fascista, la legge Scelba che prevede il reato di apologia del fascismo e la legge Mancino, che punisce l’utilizzo di simbologie legate a movimenti politici nazifascisti. Il fascio littorio, un fascio di bastoni di legno legati con strisce e ai quali è fissata una scure, un’arma utilizzata dai littori nell’antica Roma per difendere il rex, fu ripreso da diversi movimenti nel secolo scorso. I Fasci italiani di combattimento fondati da Mussolini erano eredi del Fascio d’azione rivoluzionaria nato nel 1914 e nel 1921 diventarono Partito Nazionale Fascista. Sul sito dei Fasci Italiani del lavoro sono scaricabili anche discorsi del dittatore, dalla proclamazione dell’impero alla dichiarazione di guerra, e gli inni del periodo fascista, da Il Piave a Faccetta Nera. Non mancano certo le immagini del Duce che fa il saluto romano.

(Immagine dalla pagina fan Facebook dei Fasci Italiani del Lavoro)

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