Serie A, il Crotone calcio e la tesi della procura sull’ombra della ‘ndrangheta

02/01/2018 di Redazione

L’anno scorso quella del Crotone calcio è stata salutata da tutti come la favola più bella del nostro campionato di Serie A. Neo-promossa, una partenza disastrosa, un divario che sembrava incolmabile con le altre formazioni. Poi, però, grazie a una formidabile seconda parte di stagione, la squadra calabrese è riuscita a strappare una storica permanenza nel massimo campionato. Oggi, su quella favola si allunga l’ombra di un dubbio, fatto emergere dalla procura di Catanzaro guidata dal magistrato anti-mafia Nicola Gratteri.

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CROTONE CALCIO, ECCO COSA C’È SCRITTO NEL DOSSIER PRESENTATO ALLA COMMISSIONE ANTI-MAFIA

In un dossier presentato proprio alla commissione anti-mafia, c’è un passaggio a tinte fosche, che riguarda proprio la formazione rossoblù. «Per quel che riguarda il Crotone calcio – si legge -, nonostante la procura distrettuale di Catanzaro abbia recentemente proposto l’applicazione di misure di prevenzione di natura sia personale sia patrimoniale, che avevano ad oggetto la stessa società di calcio, nei confronti dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, proprietari della società, il tribunale di Crotone e la corte d’Appello di Catanzaro hanno tuttavia ritenuto di non accogliere tale richieste».

Il giornalista d’inchiesta Guido Ruotolo per il sito notizie.tiscali.it ha svelato il significato di questa presa di posizione della procura. Ma ha anche evidenziato che queste notizie non costituiscono materiale sufficiente per far scattare un processo. La procura, infatti, crede che ci possano essere legami tra i fratelli Vrenna e la ‘ndrangheta, mentre il tribunale non li ritiene possibili.

CROTONE CALCIO, I PRESUNTI LEGAMI CON LA ‘NDRANGHETA

Eppure i fratelli Vrenna, che sono ai vertici del Crotone calcio come presidente e direttore sportivo, sembrano avere familiarità con alcuni esponenti della criminalità organizzata. Uno dei due membri dell’organigramma del Crotone, infatti, viene definito «grande compagno nostro» dal boss Nicolino Grande Aracri. In più ci sarebbero alcune dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, la cui attendibilità è sempre stata provata, sulla crescita delle attività imprenditoriali dei Vrenna in periodi coevi alla diffusione della criminalità organizzata in città.

Poi, c’è una condanna in primo grado (poi ribaltata in appello) ai danni di Raffaele Vrenna per concorso esterno in associazione mafiosa, alcuni affari poco raccomandabili con le cosche nella gestione del villaggio Praialonga di Isola di Capo Rizzuto e, infine, una presunta compravendita di voti (un pacchetto di preferenze in cambio di 100mila euro di finanziamenti proprio per il Crotone Calcio) nel corso delle elezioni regionali. Insomma, materiale che scotta. Spetterà alle autorità competenti spazzare qualsiasi dubbio sull’ombra della ‘ndrangheta sul campionato di Serie A.

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