Legge Fiano contro la propaganda del regime fascista e nazista è morta 

La fine della legislatura ha messo la parola fine anche alla legge Fiano, la norma proposta dal deputato del PD Emanuele Fiano che introduceva il nuovo reato di propaganda del regime fascista e nazista. La legge era molto semplice, composta da un solo articolo, ed era stata approvata in prima lettura dalla Camera dei Deputati.

Legge Fiano contro la propaganda del regime fascista e nazista è morta

Essa introduce un nuovo reato che affiancava quelli di organizzazione del disciolto partito fascista, apologia e manifestazioni fasciste, sanzionate dalla cosidetta legge Scelba in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana. «Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici». La legge Fiano era stata proposta dal PD durante un’estate caratterizzata da diversi casi mediatici, come il lido fascista di Chioggia, sulla esposizione di simboli legati a Benito Mussolini e ai regimi  nazifascisti, e dopo il successo di Casapound alle elezioni amministrative del 2017. La temuta “onda nera” aveva ispirato una norma che però dopo il rapido passaggio alla Camera dei Deputati è stata, come spesso capita, dimenticata al Senato della Repubblica.

 

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Una sorte simile al destino dello ius soli, a cui la legge Fiano è accomunata anche dalla forte avversione suscitata nei partiti, nei media vicini e nell’opinione pubblica legata al centrodestra. Dove il fascismo non è certo maggioritario, ma nella quale non è ferma neppure la condanna di una ideologia che ha devastato l’Italia come l’Europa. La legge Fiano avrebbe colpito la propaganda nazifascista che va dall’oggettistica dedicata a Benito Mussolini e Adolf Hitler fino alle bufale su Facebook. Ragionevolmente la sua applicazione sarebbe stata limitata per la garanzia del diritto alla libertà di espressione, come già ora capita con la sostanziale depenalizzazione del saluto romano decisa dalla giurisprudenza, ma avrebbe costituito un segnale importante di censura contro l’estrema destra. Dopo alcune settimane di propaganda la legge Fiano è però stata dimenticata, e visto che nel prossimo Parlamento i rapporti di forza saranno più favorevoli al centrodestra è facile prevedere che non vedrà mai la luce.

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