Gianluigi Donnarumma chiede l’annullamento del contratto col Milan per violenza morale

12/12/2017 di Redazione

Gianluigi Donnarumma ha chiesto l’annullamento del contratto con il Milan, siglato l’estate scorso per 5,5 milioni di euro l’anno più l’ingaggio di suo fratello Antonio, per violenze subite al momento della firma. Una motivazione paradossale, visto che si tratta di uno degli ingaggi più elevati tra i giocatori della Serie A, e fa di Donnarumma il portiere e il calciatore italiano più retribuito.

GIANLUIGI DONNARUMMA CHIEDE L’ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO DEL MILAN PER VIOLENZA PSICOLOGICA

La richiesta di annullamento del contratto è arrivata attraverso diverse mail scritte dal procuratore del numero 1 milanista, Mino Raiola,  e dall’avvocato Rigo, suo consulente legale, che come informa il Corriere della Sera di oggi in un pezzo firmato da Monica Colombo, hanno lasciato interdetti i vertici societari.«Il clan del procuratore di Donnarumma invoca l’annullamento del contratto firmato in estate appellandosi a una presunta violenza morale che il ragazzo avrebbe subito: in quel martedì di luglio l’agente non era presente negli uffici di Casa Milan mentre l’avvocato Rigo per protesta lasciò la stanza al momento degli autografi.Così Gigio, dopo aver percepito tre mensilità, ha inviato un documento ai dirigenti in cui sostiene di essere stato oggetto di pressioni psicologiche, firmando senza la necessaria serenità».  La richiesta suona surreale ma appare ispirata a una appropriata strategia legale; se dimostrata, la violenza morale che vizia il consenso è causa di annullamento di un contratto ex articolo 1435 del codice civile. Sembra però difficile dimostrarla, visto che Gianluigi Donnarumma avrebbe subito una presunta violenza psicologica in un accordo che gli ha aumentato la retribuzione da 100 mila euro a 11 milioni di euro lordi.

 

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Il contratto tra Donnarumma e il Milan, informa il pezzo di Monica Colombo, prevede una clausola che prevede una rescissione da 40 milioni di euro in caso di mancata qualificazione alla Champion’s League, e da 70 in caso di raggiungimento di quest’obiettivo. Raiola però non l’ha fatta firmare al suo assistito, anche se sotto questo punto di vista il Milan appare capace di far rispettare il contratto, almeno dal punto di vista legale. La strategia del procuratore del portiere rossonero appare chiara: costringere il Milan a far andare via il suo assistito a parametro zero, così da poterlo offrire alle più ricche società europee, e guadagnare laute commissioni come quella da circa 30 milioni di euro strappata tra Juve e Manchester United nell’affare Pogba. Difficile che questa sia la soluzione a fine stagione, come rimarca il Corriere della Sera, ma la permanenza di Donnarumma al Milan diventa sempre più incerta, al di là di come andrà la richiesta di annullamento inoltrata dall’avvocato Rigo. Una  causa non è ancora stata istruita, e probabilmente l’annullamento è una semplice arma di pressione per far scendere il costo di cessione di Donnarumma.

Foto copertina: ANSA / MATTEO BAZZI

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