Medici sempre più connessi, il 93% usa il web per lavoro

11/12/2017 di Redazione

Il 93% dei medici italiani usa ogni giorno il web per il lavoro, collegandosi in media 8 ore alla settimana. La dotazione tecnologica dei camici bianchi è aumentata di oltre il 50% in 5 anni, secondo una ricerca Gfk, promossa da Univadis, portale di riferimento della divulgazione scientifica specialistica, che oggi a Milano presenta la rinnovata piattaforma italiana nel corso del convegno ‘Il futuro dell’in-formazione medica’.

Gli accessi avvengono non più solo da pc, ma anche da altri dispositivi mobili: l’88% dei medici utilizza uno smartphone per lavoro (con un incremento del 51% rispetto al 2013) e il 61% un tablet (+55%). Il medico cerca soprattutto aggiornamenti professionali e informazioni: linee guida per diagnosi e trattamenti, informazioni e studi sui farmaci, approfondimenti sulle patologie. Univadis, servizio di Aptus Health, è una piattaforma rivolta a oltre 3 milioni di professionisti della salute in più di 90 paesi e in 17 lingue.

“Univadis rappresenta fin dalla sua origine un portale che racchiude in sé informazioni di alta qualità, non finalizzate a pubblicizzare farmaci, e sintesi di alto valore scientifico. Una bussola, un buono strumento per la pratica clinica per tutti i medici e anche per i medici di famiglia”, spiega ad Adnkronos Paolo Spriano, medico di medicina generale, vice presidente Snamid e medical writer Univadis.

“Più del 30% degli aggiornamenti scientifici dei medici avviene attraverso la rete, soprattutto per il medico specialista. Internet con i siti web, i portali dedicati, le banche dati, la letteratura, le riviste e gli articoli rappresenta uno dei primari canali di informazione”, osserva Paolo Bortolussi, product manager – brand and customer experience Gfk Italia. I portali di servizio dedicati, come Univadis, da più di 10 anni presente sul mercato italiano, rappresentano il terzo canale di informazione digitale più utilizzato dai medici.

(articolo in collaborazione con Adnkronos. Foto da archivio Ansa. Credit: Britta Pedersen / dpa)

 

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