Luigi Di Maio e la storia dell’immunità usata contro una querela

07/12/2017 di Redazione

Il gip di Roma ha archiviato una querela di un gruppo di giornalisti contro il vicepresidente alla Camera Luigi Di Maio. Il 5 stelle aveva accusato i cronisti di diffondere «notizie distorte» inserendoli in una sorta di «lista di proscrizione».

LUIGI DI MAIO E L’ACCUSA DEI GIORNALISTI: SFRUTTA L’IMMUNITA’

A riferire la notizia è stata Elena Polidori sul Quotidiano Nazionale e la vicenda risale al febbraio scorso, quando Di Maio presentò all’allora presidente dell’Odg Enzo Iacopino la lista dei giornalisti che si occupavano dell’ inchiesta sulle polizze vita di Salvatore Romeo intestate alla sindaca di Roma, Virginia Raggi. L’accusa dei querelanti, tra cui la stessa giornalista Polidori, è quella di non avere in sei mesi dall’atto di archiviazione rinunciato all’immunità parlamentare come già più volte annunciato.

LA REPLICA DI LUIGI DI MAIO: “NON SAPEVO DEL PROCESSO”

In serata il vicepresidente della Camera, tramite l’ufficio di comunicazione M5s, ha replicando spiegando come non fosse «a conoscenza dell’atto processuale».

Luigi Di Maio non ha mai avuto alcuna conoscenza di un atto processuale relativo alla querela della giornalista Elena Polidori e quindi non hai ma potuto invocare l’immunità parlamentare né rinunciare alla sua applicazione. Il giudice ha evidentemente ritenuto applicabile il diritto di critica, riconosciuto a tutti i cittadini. Infine, è possibile che nel provvedimento di archiviazione venga scritto dal giudice che, stante le sue prerogative da parlamentare, le espressioni utilizzate da Luigi Di Maio rientrino nel legittimo esercizio del diritto di critica e dunque che non si dia luogo a procedere.

Strana come versione. Anche perché Di Maio, o chi per lui, aveva già nominato un avvocato difensore sul fatto. A sostenerlo la stessa Polidori sui social. Comprensibile che Di Maio abbia esercitato il diritto di critica, ovvero dell’insindacabilità delle opinioni espresse di un parlamentare (articolo 68 della Costituzione). Ma non è chiaro come ignorasse il procedimento. Nell’ordinanza del Tribunale di Roma  la querela è stata archiviata in virtù dell’ articolo 68. Ma l’insindacabilità dei parlamentari dovrebbe esser stabilita dalla camera di appartenenza, in questo caso la Camera dei Deputati.

 

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