Non è stato il cane Sid a uccidere l’addestratore

21/11/2017 di Redazione

I primi risultati dell’autopsia hanno evidenziato come non sia stato il cane Sid a uccidere l’addestratore cinofilo Davide Lobue, di 26 anni. L’uomo, al momento del decesso, si trovava a casa di un amico, Daniele Conte, di 28 anni per occuparsi proprio di Sid, il bull terrier che stava seguendo con lui un percorso di addestramento. Il corpo di Davide è stato ritrovato nei pressi dell’abitazione,  ricoperto di morsi alle gambe, alle braccia e in testa.

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CANE SID ‘SCAGIONATO’: L’ESITO DELL’AUTOPSIA

In un primo momento, gli occhi degli investigatori erano puntati proprio sul cane Sid, che – secondo le prime ricostruzioni – avrebbe inferto dei colpi mortali all’esperto addestratore. Ora, però, i primi risultati dell’autopsia dimostrerebbero che il decesso del 26enne sia legato a un malore fulminante. Le lesioni provocate dal cane sono avvenute post mortem. Gli esami sono stati eseguiti dal medico legale Roberto Testi.

VICENDA DEL CANE SID, I DUBBI DELLA FIDANZATA DI LOBUE

Già la fidanzata di Davide Lobue aveva espresso pubblicamente dubbi sulla vicenda così come era stata ricostruita dagli inquirenti. In un post su Facebook, infatti, aveva scritto: «Davide non si sarebbe mai messo in una situazione che non avrebbe potuto gestire. Io l’ho visto dopo la tragedia e non aveva segni al collo o sul viso di morsi letali, ma a prescindere da questo non era uno sprovveduto. È morto facendo quello che amava di più, ricordatelo per il professionista che era».

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