Carlo Tavecchio si è dimesso. E la prende benissimo: «Ambizioni e sciacallaggi politici»

20/11/2017 di Redazione

Tanto tuonò che piovve. Carlo Tavecchio si è dimesso dalla carica di presidente della Federcalcio italiana. La decisione, che era già nell’aria, è stata comunicata nel corso del tormentato consiglio federale convocato per questa mattina. «Carlo Tavecchio si è appena dimesso dalla presidenza della Figc» – ha dichiarato in maniera laconica il presidente dell’Associazione Arbitri Marcello Nicchi.

«Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato». Nella ricerca delle responsabilità della grave crisi del calcio italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale, è questo – risulta all’Ansa – che Carlo Tavecchio ha detto oggi ai consiglieri della Figc prima di chiedere le dimissioni di tutto il consiglio, ovviamente a cominciare da se stesso. «Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento di alcuni voi», ha poi aggiunto ai consiglieri.

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Cosa ha detto Tavecchio in conferenza stampa?

Ho rassegnato le dimissioni e per mero atto politico le ho chieste al Consiglio, ma nessuno le ha rassegnate. Siamo arrivati a un punto di grandi speculazioni. La Lega Pro non è mai stata alleata, la settimana scorsa mi era stato inviato il documento programmatico.

Secondo voi le quattro squadre in Champions sono venute perché Carlo Tavecchio ha la giacca blu? Uva si trova in Uefa perché è bello? Chi ha fatto queste operazioni? Gli gnomi dietro le scrivanie italiche?

Volevo la Var dal 2014, prima di me solo quel signore della Rai, che è morto e che non ricordo come si chiami. Biscardi! Sì prima Biscardi poi  io!

Insomma, un fiume in piena.

CARLO TAVECCHIO DIMISSIONI, LA GIORNATA

Già questa mattina, raccogliendo le voci dei partecipanti alla riunione del consiglio federale, si era già capito che la strada di Tavecchio poteva considerarsi segnata. Giancarlo Abete, ex presidente della Figc, aveva addirittura anticipato delle eventuali dimissioni in blocco da parte di tutti i consiglieri federali per mettere in minoranza l’ormai ex numero uno del calcio italiano.

Carlo Tavecchio, insieme a Gian Piero Ventura, è considerato uno dei responsabili del più grande fallimento del mondo del calcio italiano: la mancata qualificazione ai mondiali dopo 60 anni, all’indomani del doppio confronto contro la Svezia. Lo stesso Tavecchio, in un’intervista rilasciata alle Iene, aveva ammesso – in lacrime – di non riuscire a dormire da quattro giorni a causa di questo disastro sportivo.

CARLO TAVECCHIO DIMISSIONI: NON SI DIMETTE IL CONSIGLIO FEDERALE

Dopo un intervento breve e commosso – spiegano su La Gazzetta – l’ex numero 1 della Figc ha presentato al Consiglio federale le sue dimissioni da presidente, chiedendo un ultimo estremo gesto di responsabilità: un passo indietro di tutti i consiglieri.

I consiglieri non lo hanno seguito dimettendosi a loro volta. A influire sulla decisione delle dimissioni di Tavecchio l’affondo del ministro allo Sport Luca Lotti e, soprattutto, l’esito sfavorevole del Consiglio direttivo della Lnd.

COSA SUCCEDE DOPO LE DIMISSIONI DI TAVECCHIO

«Il Consiglio federale resta in carica, Tavecchio si occuperà della gestione ordinaria fino a nuove elezioni che dovranno essere indette entro 90 giorni». Cosi’ Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, ha fotografato la situazione in Federcalcio a seguito delle dimissioni del presidente. «Il commissario non è previsto, ora serve un progetto rivoluzionario e innovativo».

Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, ha detto che non dà le dimissioni: altrimenti c’è «il pericolo che arrivi davvero Malagò». «Quello di oggi – ha spiegato – è un segnale grosso, un segno di debolezza. Rispetto la decisione di Tavecchio, ha chiesto le dimissioni di tutti come gesto politico: ma dobbiamo restare per garantire l’ordinaria amministrazione, altrimenti davvero arriva qualcuno da fuori e sarebbe una iattura…».

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