Uno di loro è morto in un incidente, ma il corteo di protesta dei migranti in Veneto non si ferma

Sono circa 200 i migranti in marcia verso Venezia. Sono partiti dal centro di accoglienza istituito nell’ex base militare di Cona, balzato più volte agli onori delle cronache per le pessime condizioni in cui sono costretti a vivere i richiedenti asilo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, questa volta, è l’emergenza freddo: lunedì la cooperativa che gestisce il centro ha rimosso alcune stufette per ragioni di sicurezza. A quel punto è scoppiata la protesta e la decisione dei migranti di mettersi in marcia verso Venezia. Ieri il corteo, che di ora in ora è diventato più numeroso, ha raggiunto Codevigo, in provincia di Padova.

MIGRANTI IN MARCIA VERSO VENEZIA, UN MORTO

È lì che era diretto anche Salif Traorè, un ivoriano di 35 anni, richiedente asilo in Italia, morto ieri sera mentre cercava di raggiungere in bicicletta il resto del gruppo. Viaggiava con i fanalini rotti, così, al buio, un automobilista non l’ha visto e l’ha travolto. L’urto ha fatto precipitare Salif in una piccola scarpata a lato della strada. Il conducente, risultato poi negativo all’alcoltest, si è immediatamente fermato per prestargli soccorso, ma purtroppo le condizioni del 35enne erano troppo critiche: al loro arrivo i soccorritori non hanno potuto far altro che constatare la sua morte. Insieme a lui viaggiava un altro ivoriano, che nell’impatto è rimasto ferito.

«Dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme al prefetto, esprimo l’amarezza della polizia di Stato e della questura di Venezia per una morte che si poteva evitare», ha commentato in serata il questore Vito Danilo Gagliardi, assicurando che era stato predisposto un piano di rientro in pulmino dei migranti in marcia verso Venezia. Nel centro di Cona al centro delle proteste era stato disposto il divieto di uscita serale: «Sono liberi di andare dove vogliono, ma non di notte e in corteo», ha detto Gagliardi, attribuendo la colpa della morte dell’ivoriano alla «gente che approfitta della loro semplicità». Sono due giorni che prendono freddo – ha aggiunto il questore – perché forse qualcuno li convince che facendo così otterranno qualcosa».

MIGRANTI IN MARCIA VERSO VENEZIA PER PROTESTARE CONTRO LE CONDIZIONI NEL CENTRO DI CONA

Sui pullman predisposti per il rientro i migranti in marcia verso Venezia non sono voluti salire: non abbandonano la loro protesta contro le condizioni disumane del centro di Cona, dove oltre al freddo lamentano anche problemi di sovraffollamento, di cibo e di lentezza delle procedure burocratiche per la richiesta di asilo. Per la notte, quindi, il gruppo di manifestanti ha fatto tappa a Codevigo, accettando l’invito del vescovo, che – per evitare di farli dormire per strada – ha autorizzato l’apertura della chiesa parrocchiale per la notte. In cambio dell’ospitalità – riferisce Today – i profughi hanno pulito l’edificio e il piazzale antistante.

Questa mattina i migranti in marcia verso Venezia sono ripartiti: procedono lungo l’argine del Brenta, diretti a Mira, la prossima tappa del viaggio di protesta. Lo slogan è “no Cona”. Alcuni sono a piedi, altri in bicicletta. Con loro hanno trolley, coperte e zaini. Le forze dell’ordine li scortano da vicino, cercando un tracciato alternativo alla Romea per il corteo, onde evitare disagi alla circolazione dei mezzi e incidenti mortali come quello di ieri sera.

Foto copertina: ANSA/ANDREA MEROLA

 

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