Esultanza con il saluto romano a Marzabotto, il calciatore denunciato per apologia di fascismo

15/11/2017 di Redazione

Eugenio Maria Luppi, il calciatore di 25 anni che dopo aver segnato un gol a Marzabotto (Bologna), in una partita tra dilettanti, aveva fatto il saluto romano e mostrato una maglietta con un’aquila su un tricolore inneggiante alla Repubblica Sociale Italiana, è stato denunciato per apologia di fascismo. A fare subito una relazione alla Procura di Bologna sui fatti e sul comportamento del giocatore del ’65 Futa’ sono stati i Carabinieri della Compagnia di Vergato, che hanno anche sequestrato la maglia. Luppi è stato segnalato ai sensi dell’articolo 4 della legge 64 del 20 giugno 1952 e presumibilmente verrà iscritto nel registro degli indagati. Dopo che il video dell’esultanza era circolato online, tante erano state le dichiarazioni di condanna del gesto fatto in uno dei luoghi simbolo delle stragi nazifasciste. Luppi, sospeso dal club di seconda categoria, si era scusato. Anche la Procura federale ha avviato accertamenti sul caso. Era stato lo stesso presidente Figc Carlo Tavecchio a sollecitare provvedimenti.

ESULTANZA CON SALUTO ROMANO A MARZABOTTO, IL CALCIATORE EUGENIO MARIA LUPPI DENUNCIATO PER APOLOGIA DI FASCISMO: SCONTRO POLITICO

Il gesto dell’atleta è stato seguito da dure reazioni dal mondo della politica. E anche di scontro. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini stamane nel corso del programma radiofonico La Zanzara ha affermato: «Il ragazzo di Marzabotto? Che dobbiamo fare radiarlo? Metterlo in galera? Non scherziamo, dai. Mi piacerebbe la stessa indignazione per chi vuole mandare la gente in pensione a 67 anni. Fa molti più danni la legge Fornero di un saluto al Duce». «La Fornero, la legge Fornero – ha detto ancora il segretario del Carroccio – è più pericolosa di questi, sta rovinando milioni di italiani. Io per un nostalgico provo tenerezza. Oggi, novembre 2017, fa più danni all’Italia la legge Fornero degli accendini di Mussolini o delle bandiere di Che Guevara». Per Salvini, poi, «uno può salutare col braccio teso o col pugno chiuso, rappresentano lo stesso autoritarismo, hanno lo stesso valore. Non torneranno più né il fascismo, né il comunismo».

 

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«Le parole di Salvini su Marzabotto sono gravissime. Lo sono perché mancano di rispetto ad una comunità che ha pagato un prezzo di sangue altissimo perché tutti gli italiani, anche Salvini, vivano in libertà e democrazia», ha commentato Andrea De Maria, deputato Pd ed ex sindaco di Marzabotto a proposito delle parole del leader della Lega. «Lo sono – ha detto – perché volutamente sottovalutano il crescere in Italia e in Europa di movimenti di estrema destra che esplicitamente si richiamano al fascismo, che evidentemente la Lega Nord non è interessata a contrastare».

(Immagine: frame tratto da Youtube)

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