I partiti delle Elezioni Politiche 2018

04/11/2017 di Donato De Sena

La nuova legge elettorale per l’elezione di deputati e senatori, il cosiddetto Rosatellum, approvato definitivamente in Parlamento il 26 ottobre scorso, e che verrà applicato per la prima volta alle Elezioni Politiche 2018, a differenza di quanto prevedeva l’Italicum consente la formazione di coalizioni di liste e non attribuisce un premio di maggioranza per un solo partito. Ciò si traduce inevitabilmente in una minore tendenza per i partiti ad unirsi in liste unitarie o a fondersi dando vita a nuove forze politiche. Sulla scheda elettorale, dunque, troveremo quasi tutti i simboli dei principali partiti.

PARTITI ELEZIONI POLITICHE 2018

Il Rosatellum ha stabilito che, contestualmente al deposito dei contrassegni elettorali, i partiti o i gruppi politici organizzati devono depositare anche il proprio programma elettorale, nel quale dichiarano il nome e cognome del capo politico, della persona da loro indicata come capo della forza politica. la stessa legge elettorale ha stabilito che poi, entro dieci giorni dal deposito dei contrassegni, in un’apposita sezione del sito internet del Ministero dell’Interno, denominata, ‘Elezioni trasaprenti’, devono essere pubblicati: il simbolo depositato e l’indicazione del soggetto che ha conferito il mandato per il deposito, lo statuto con la dichiarazione di trasparenza, il programma elettorale con il nome del capo della forza politica e, infine, le liste dei candidati presentate per ogni collegio.

M5S

Il Movimento 5 Stelle si propone ancora una volta porsi come forza anti sistema, di rottura con i partiti tradizionali che hanno governato nel corso della Seconda Repubblica. L’obiettivo è quello di confermare i sondaggi che indicano il M5S come primo partito e arrivare all’incarico di formare un governo superando le percentuali di consenso raggiunte con l’exploit delle Politiche di cinque anni fa e alle Europee del 2014. Quella di aumentare i voti è un’impresa possibile che rischia tuttavia di essere non sufficiente per l’assenza di alleanze con altri partiti. Il M5S, da sempre contrario ad ogni accordo con altre forze politiche, potrebbe ritrovarsi dopo il voto con meno seggi degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, composti da più liste. Ma le Elezioni Politiche 2018 sono anche un test per il nuovo leader Luigi Di Maio, a settembre incoronato con le primarie come candidato premier e capo politico dopo il passo indietro di Beppe Grillo.

PD

Il Partito Democratico affronta le Politiche 2018 dopo mesi tormentati da divisioni interne, sconfitte e scissioni. La sconfitta di Matteo Renzi al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ha infatti dato maggiore impulso a malumori e fratture poi rivelatesi irrisolvibili. La formazione di Articolo 1 Mdp alla sinistra del Pd e la nascista di una lista unitaria come Liberi e Uguali con la candidatura a premier di Pietro Grasso, e soprattutto la crescita del centrodestra, rischiano di compromettere la centralità che i Dem avevano ottenuto dopo le elezioni del 2013, quando conquistarono circa 300 seggi alla Camera e oltre 100 al Senato, e soprattutto dopo l’exploit delle Europee del 2014, quando superarono il 40% dei voti. La partita del Pd si gioca soprattutto sulla capacità di allargare la coalizione e di ridurre i giudizi negativi sull’operato del governo.

LEGA NORD

La Lega Nord del dopo Bossi, ha raggiunto un livello di consenso mai ottenuto in precedenza. Il Carroccio, guidato da Matteo Salvini da fine 2013, dopo aver progressivamente abbandonato il carattere di partito regionale e autonomista per proporsi come forza nazionale della destra lepenista e sovranista, gioca alla pari con Forza Italia per la conquista della leadership del centrodestra. La sfida elettorale è dunque anche interna alla coalizione. Stando ai patti con Silvio Berlusconi, in caso di successo elettorale sarà la lista che avrà ottenuto più preferenze ad indicare il presidente del Consiglio. Al centro del programma i temi della sicurezza e dell’immigrazione.

FORZA ITALIA

Forza Italia compare sulla scheda elettorale, 24 anni dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi, ancora con un ruolo da protagonista. Se è vero che la coalizione di centrodestra ha possibilità di ottenere la maggioranza relativa dei seggi di Camera e Senato è anche vero che il partito degli azzurri è destinato a diventare il principale interlocutore del Pd nel caso servisse un governo di larghe intese. Da una parte gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia, dall’altra il centrosinistra e i centristi: comunque vada Fi si troverà a scrivere buona parte della storia delle Elezioni Politiche 2018. L’obiettivo è ripetere la rimonta di cinque anni fa fino a superare il 20% dei voti. Sfruttando anche un soddisfacente radicamento conservato sul territorio.

FRATELLI D’ITALIA

Fratelli d’Italia può essere l’arma in più del centrodestra per marcare le distanze dagli avversari. Il partito di Giorgia Meloni, che raccoglie l’eredità di Alleanza Nazionale, in cinque anni ha molto allargato il suo bacino elettorale: un dato confermato dal 4% alle Europee e dai successi delle Amministrative. Resterebbe però fuori da una maggioranza bipartizan, vista la netta contrarietà ai governi di larghe intese.

ALTERNATIVA POPOLARE

I centristi di Alternativa Popolare sono chiamati ad una nuova ennesima riorganizzazione della propria area politica dopo anni di nascita e archiviazione di gruppi parlamentari e liste elettorali e dopo il passo indietro di Angelino Alfano. L’obiettivo in questo caso è di entrare alla Camera e al Senato superando la soglia di sbarramento che il Rosatellum ha fissato al 3% su scala nazionale. Una scelta significativa attende anche gli ex montiani di Scelta Civica, i Centristi per l’Europa di Pier Ferdinando Casini, i verdiniani di Ala, il Centro Democratico. Nessuna di queste formazioni minori è in grado di arrivare in Parlamento da sola.

LIBERI E UGUALI

Liberi e Uguali è il nome della nuova formazione unitaria della sinistra dopo la scissione dal Pd dell’area bersaniana e dalemiana. Il nuovo soggetto, battezzato in un’assemblea all’Atlantico Live a Roma il 3 dicembre, è promosso e sostenuto da Articolo 1 Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. Il leader è Pietro Grasso, presidente del Senato ed ex magistrato. Sinistra Italiana, nata da una costola di Sel, è stata negli ultimi anni la principale forza parlamentare della sinistra radicale, protagonista in Parlamento di una netta opposizione ai governi Letta, Renzi e Gentiloni. Articolo 1 Mdp, il Movimento Democratici e Progressisti, è invece la nuova formazione di area bersaniana e dalemiana che comprende una pattuglia di parlamentari fuoriuscita dal Pd dopo la sconfitta di Matteo Renzi al referendum costituzionale. Dopo mesi di confronto difficile è arrivata a metà novembre la definitiva rottura dei rapporti con il Partito Democratico. Possibile è infine un partito politico fondato nel 2015 e promosso da Pippo Civati, ex deputato Pd e avversario di Renzi alle primarie Dem del 2013.

CAMPO PROGRESSISTA

L’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia tra fine 2016 e durante tutto il 2017 è stato protagonista di un tentativo di unire forze di sinistra e trovare un intesa con il Pd, per creare un campo di centrosinistra ampio. La sua iniziativa prendeva il nome di Campo Progressista. Con un comunicato diffuso il 18 novembre aveva annunciato, dopo un incontro tra l’ex sindaco di Milano e l’esponente Pd Piero Fassino, di aver avviato con i Dem un percorso politico e programmatico per una nuova stagione del centrosinistra. La nuova formazione era diventata così un probabile alleato del Partito Democratico alle Elezioni Politiche 2018, dopo molti mesi di confronto durante i quali era aleggiata anche l’ipotesi di un’intesa con le formazioni di sinistra (con i bersaniani e i dalemiani di Articolo 1 Mdp e con Sinistra Italiana). Pisapia aveva riferito di aver avanzato al Pd richieste sul programma e sulla linea politica. Poi è arrivato il passo indietro. L’ex sindaco, negli stessi giorni del battesimo di Liberi e Uguali, ha rinunciato al suo progetto e alla sua candidatura.

+EUROPA

Dopo il congresso di novembre i Radicali Italiani hanno cominciato a lavorare per una lista europeista alleata del Partito Democratico. A guidare il progetto sono il segretario confermato Riccardo Magi, la storica esponente radicale Emma Bonino e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, nel 2013 eletto nelle liste dei montiani di Scelta Civica. L’obiettivo del soggetto elettorale in via di costruzione, +Europa, è il rilancio del federalismo europeo. Si tratta insomma di una lista per gli Stati Uniti d’Europa, contro la retorica dei nazionalismi, dei sovranismi e dei populismi.

MOVIMENTO ANIMALISTA

Si chiama Movimento Animalista la formazione dell’ex ministra Michela Vittoria Brambilla che sarà alleata del centrodestra berlusconiano. Ufficialmente la fondatrice non parla di alleanze. Ma è chiara la vicinanza a Silvio Berlusconi, presente alla manifestazione di presentazione.

CASAPOUND

Casapound è la forza della destra più estrema e più marcatamente sovranista, che alle Politiche tenta di emergere dopo lo scarso risultato del 2013 quando raccolse appena 40mila voti al Senato e 47mila alla Camera. Un test significativo dopo aver raccolto maggior visibilità nei media e un miglior radicamento sul territorio. Il giornale di partito, Il Primato Nazionale, indica come «possibile futuro candidato premier» il vicepresidente Simone Di Stefano, già in campo cinque anni fa e noto anche al pubblico televisivo per la sua partecipazione a talk show politici.

(Ultimo aggiornamento l’11 dicembre 2017 alle ore 21.20. Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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