Disordine e spazi ristretti: ecco da cosa nascono le liti in casa

02/11/2017 di Redazione

E se fosse la cornice la causa delle liti in casa? Certo non si può generalizzare, ma è innegabile che anch’essa possa fare la sua parte a generare piccole discussioni, da cui possono nascere grandi conflitti. I motivi principali: il disordine, o meglio la differenza di vedute su cosa significhi ordine e gli oggetti degli altri, che avremmo spesso la forte tentazione di buttar via. E quasi la metà di noi lo fa: il 49% degli italiani ammette di aver buttato via oggetti di proprietà altrui. Una percentuale che a Milano sale addirittura al 62%. Mentre 1 persona su 10 li nasconde, proprio per evitare che ciò accada.

È quanto emerge dalla ricerca “Life at Home Report 2017”, confatta da Ikea. Una gigantesca analisi, durata 6 mesi e condotta su 22mila persone, tra i 18 e i 65 anni, in 22 Paesi. I risultati sono riportati dall’agenzia di stampa AdnKronos: i tre fattori principali che scatenano le liti in casa sono l’invasione del proprio spazio, l’eccesso e l’accumulo degli oggetti e l’odio per le cose appartenenti ad un’altra persona.

IL LUOGO PREFERITO PER LE LITI IN CASA DAGLI ITALIANI: LA CUCINA

Dalla ricerca emerge che 1/6 delle liti in casa nasce proprio quando qualcuno invade il nostro spazio. Esempio classico il trasferimento in casa di altri: per il 44% degli intervistati è addirittura sbagliato che il nuovo arrivato rivendichi i propri spazi all’inizio della convivenza. Certo, ma poi come fanno i nuovi inquilini ad ambientarsi? Dilemmi senza fine o che terminano con liti in casa. E dove si discute? Il luogo più comune per i conflitti è il soggiorno: teatro degli scontri per il 46% degli intervistati. Ideale, perché è una zona neutra, fluida, in cui gli spazi si confondono ed è difficile stabilire i confini. Il Belpaese, però, in questo fa eccezione: il 56% degli intervistati dice di discutere maggiormente in cucina, vero cuore della casa.

La ricerca, inoltre, mette in luce come una delle maggiori cause di stress è l’eccesso e l’accumulo di oggetti nelle nostre case: ambienti sempre più ridotti, in cui è necessario razionalizzare gli spazi, ordinare gli oggetti e spesso buttarli. Un’azione non facile, il nostro legame con gli oggetti è spesso emozionale e va oltre la funzionalità. Emblematico il fatto che, dall’analisi sull’Italia, emerga una spaccatura netta: la metà degli intervistati associa sentimenti positivi al riordinare e al disfarsi degli oggetti, per l’altra metà sono fonte di stress e emozioni negative. Nel complesso, la condizione di ‘case troppo piccole, case troppo piene’ comporta, per il 50% degli intervistati, inevitabili discussioni sulla diversa concezione di ordine e disordine.

METÀ DEGLI ITALIANI AMMETTE DI AVER BUTTATO OGGETTI ALTRUI DI NASCOSTO

Il 40% degli intervistati odia alcuni oggetti presenti in casa, ma non può buttarli in quanto appartenenti ad un’altra persona. Sempre la stessa percentuale ha ammesso di aver gettato oggetti altrui di nascosto. 1 su 10 lo fa addirittura deliberatamente per infastidire l’altro. Vestiti, suppellettili, chincaglierie e cosmetici sono le categorie di cose più frequentemente buttate. Per quanto riguarda l’Italia, il 49% sostiene di aver buttato via oggetti di proprietà altrui, con un picco a Milano in cui la percentuale sale al 62%. Inoltre, 4 italiani su 10 hanno ammesso di aver gettato cose di altri di nascosto, mentre 1 su 10 nasconde i propri oggetti per evitare che siano usati o toccati da altre persone.

Foto copertina: Pixabay

 

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