Roberta Giulia Mezzasalma, la transessuale candidata per l’Udc in Sicilia, contro il Gay Pride

31/10/2017 di Redazione

«Non chiamatemi trans, sono una donna a tutto tondo. Il Gay Pride? È un baraccone». A dirlo è Roberta Giulia Mezzasalma, 45 anni, ristoratrice di Vittoria, che ha deciso di scendere in politica, candidandosi alle Regionali in Sicilia nella lista dell’Udc.

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Roberta fino a qualche anno fa si chiamava Gianluca. La sua intervista a Quotidiano Nazionale sta, a suo modo, diventando virale. Specialmente per la sua presa di posizione contro il Gay Pride.

Come fa a conciliare le sue scelte, non convenzionali, con quelle di un partito tradizionale e cattolico come quello di Cesa?

“Sono cattolica sfegatata, anche se non ho tempo di frequentare la chiesa perché il ristorante mi assorbe molto. Lo scorso anno Papa Francesco ha chiesto scusa a nome della Chiesa a tutti gli omosessuali e allora mi sono detta: perché non posso anche io mandare alla gente un messaggio altrettanto positivo con la mia candidatura?”.

Lei afferma: non chiamatemi trans. Si sente cioè donna a tutto tondo?

“Certo, lo dicono anche i miei documenti”.

 

guarda il video della sua candidatura:

 

Ma ha anche aggiunto: ho vissuto la condizione di trans come una disgrazia. Attirandosi l’ira di associazioni Lgbt, come Arcigay. Vuole chiarire?
“Viviamo in una società in cui una trans viene sempre additata, la gente si dà di gomito. È una condizione terribile e disgraziata. L’Arcigay può dire quello che vuole, ma io lo ribadisco. È un marchio essere trans”.

(…)

Che cosa pensa dei Gay Pride?

“Una baracconata. Vuoi fare una parata per difendere i tuoi diritti? Ok, ma non fare i carri di Carnevale”.

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