Sinisa Mihajlovic risponde sulla sua mancata conoscenza di Anne Frank | VIDEO

26/10/2017 di Redazione

Sinisa Mihajlovic ha risposto in TV alla polemica generata da un suo commento sul caso Anne Frank. Durante un’intervista a Mediaset Premium l’allenatore del Torino ha spiegato le sue parole e poi offerto una provacazione piuttosto insensata. Sinisa Mihajlovic ha rimarcato di non aver voluto rispondere a una domanda in conferenza stampa su un argomento delicato e su cui preferiva non prendere posizione vista la sua scarsa conoscenza del tema. Così l’allenatore del Torino ha giustificato il suo «Non so chi sia Anne Frank».

MIHAJLOVIC REPLICA SULLE SUE DICHIARAZIONI DI ANNE FRANK | VIDEO

 

Una parte della spiegazione di Mihajlovic che si vede in questo video ha un senso: la cautela su temi delicati è una motivazione condivisibile. Il punto che però pare sfuggire all’ex calciatore della Lazio non è la mancata lettura del Diario di Anne Frank, lacuna che ha promeso di colmare, bensì parole che appaiono non voler condannare un gesto antisemita. Per questo la sua successiva provocazione ai microfoni di Mediaset Premium appare scarsamente motivata. L’allenatore del Torino ha chiesto alle persone dello studio della trasmissione  TV se avessero mai letto i libri di Ivo Andric, diplomatico jugoslavo insignito del premio Nobel della Letteratura nel 1961 per la sua attività di scrittore. Mihajlovic fa un’equivalenza – se voi non sapete chi sia un grande scrittore serbo perché io dovrei esser a conoscenza di Anne Frank – che indica come non abbia esattamente compreso il problema degli adesivi della Lazio. Anne Frank rappresenta uno dei simboli della più grande tragedia del Novecento, l’Olocausto. Non condannare chi in qualche modo esalta il genocidio degli ebrei compiuto dai nazisti è il problema, non la lettura del Diario della ragazza poi morta nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Essendo un ex giocatore della Lazio l’atteggiamento di Mihajlovic pare voler evitare una condanna esplicita dei propri tifosi: questo è il problema. L’allenatore del Torino si è definito un anti razzista convito, anche perché subisce l’odio generato dalla discriminazione etnica sulla propria pelle. Su quello ha ragione, visto che spesso ci sono cori che insultano le sue origini serbe: una motivazione in più per condannare chi denigra gli ebrei.

Foto copertina: ANSA/MAURIZIO DEGL’INNOCENTI

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