Mozione Bankitalia, la «ritorsione della Boschi» che rischiava di far cadere Gentiloni in 10 minuti

Tre giorni fa la mozione del Partito Democratico per la sostituzione del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (in scadenza di mandato), oggi i veleni continuano a spargersi tra le fila del partito, nelle notizie della stampa e tra i punti di riferimento storici dei dem. La notizia del giorno è senz’altro la pubblicazione, da parte del quotidiano Repubblica e del Corriere della Sera, di una serie di retroscena che hanno portato i parlamentari democratici a votare la mozione proposta direttamente dal Nazareno. Mentre dalle colonne del Fatto Quotidiano, l’esponente di MdP – Articolo Uno Miguel Gotor lega la mozione contro Ignazio Visco a delle presunte ritorsioni di Maria Elena Boschi dopo il caso Banca Etruria.

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BANKITALIA PD, IL RETROSCENA E LA CHAT WHATSAPP

Una mozione che, a quanto pare, non era stata comunicata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni il cui governo, quindi, rischiava di andare sotto in aula, silurato dal suo stesso partito. Soltanto la mediazione frenetica di Anna Finocchiaro, ministro dei Rapporti con il Parlamento, ha salvato capra e cavoli riunendo i cocci di un vaso che si era rotto.

In modo particolare, Repubblica ha proposto ai suoi lettori la chat di WhatsApp super-blindata all’interno della quale la Finocchiaro ha comunicato con un’altra decina di esponenti di spicco del Partito Democratico. Una chat in cui alle 17.08 – undici minuti prima del voto sulla mozione – arrivavano ancora richieste di chiarimento e minacce di voto contrario. La Finocchiaro spiega che il testo originale della mozione era molto più duro e che soltanto in un secondo momento, grazie al suo intervento e con il confronto del presidente del Consiglio Gentiloni e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il tono è stato modificato. Un gesto apprezzato dai parlamentari del Pd che, un minuto prima del voto, però, erano ancora incerti sul da farsi. A questo proposito, è stato decisivo il messaggio inviato dalla Finocchiaro: «Il governo – scrive – non può limitarsi a non votare ed era preferibile non farsi sconfiggere in aula dal gruppo Pd con la sua mozione». La molla è scattata, quindi, al successivo giro di lancette e la mozione è passata.

BANKITALIA PD, LA «RITORSIONE PRIVATA» DI MARIA ELENA BOSCHI

Tuttavia, a quanto pare, il testo era stato letto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Boschi, che aveva dato il suo benestare. A gettare benzina sul fuoco, come si diceva, è stato proprio Miguel Gotor: «Io metto in fila i fatti – dice -: il padre della Boschi ha subito delle sanzioni dalla Banca d’Italia e il governatore era Ignazio Visco. Adesso sappiamo che il testo della mozione è stato presentato in segreto e la Boschi sapeva perché ha dei conti da regolare. Viene il sospetto che ci troviamo di fronte a una ritorsione privata della famiglia Boschi: se così fossi, il conflitto di interessi di Maria Elena sta diventando gigantesco».

BANKITALIA PD, LE CRITICHE

Ed è tutto un fiorire di critiche e censure alla decisione presa dai piani alti del Nazareno e direttamente da Matteo Renzi (che in questi giorni sta visitando le province italiane sul suo treno «Direzione Italia»). L’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli ha parlato di «un gesto che ha qualcosa di eversivo», mentre forti critiche sono arrivate anche dall’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Il professore rimarca come il tentativo di Renzi di paragonare la mozione contro Visco al suo operato nel 2005 nei confronti dell’allora governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio (travolto dallo scandalo Banca di Lodi-Antonveneta) sia un «tentativo maldestro». «Il mio intervento di allora – dice Prodi – mirava ad accelerare la approvazione della Legge sul risparmio che conteneva il giusto passaggio della carica di Governatore da carica a vita a carica con una scadenza di mandato e che assegnava alla Consob il compito di vigilare sulla concorrenza anche nel sistema bancario. È del tutto evidente che stiamo parlando di cose diverse».

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