Chiara Appendino è indagata per falso

17/10/2017 di Redazione

La sindaca di Torino Chiara Appendino indagata dalla Procura di Torino per falso in relazione al bilancio 2016. Il reato nell’ambito dell’inchiesta sull’area ex Westinghouse, per un debito fantasma di 5 milioni di euro verso Ream scomparso dal bilancio 2016. L’indagine che coinvolge anche la prima cittadina eletta a giugno dello scorso anno era stata aperta nei mesi scorsi in seguito a un esposto dei capigruppo di opposizione Alberto Morano (della lista Morano) e Stefano Lo Russo (Partito democratico). In particolare l’inchiesta, aperta dal pm Marco Gianoglio, riguarda i 5 milioni di euro che il Comune di Torino avrebbe dovuto restituire a Ream, partecipata della Fondazione Crt che nel 2012 aveva acquisito il diritto di prelazione sull’area. La somma non è stata però versata, né iscritta a bilancio ma considerata come un debito fuori bilancio. Un’operazione che sarebbe maturata all’insaputa dei revisori dei conti, i quali, a luglio, a loro volta hanno inoltrato una segnalazione in procura. La scelta di non iscrivere il debito a bilancio era stata contestata anche dalle opposizioni in Consiglio comunale.

 

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L’inchiesta riguarda anche il capo di gabinetto, Paolo Giordana, e l’assessore al bilancio, Sergio Rolando. L’inchiesta ha preso in esame la delibera, approvata il 16 dicembre dal Consiglio comunale con il solo voto favorevole del Movimento 5 Stelle, che dava il via libera a una variazione del bilancio di previsione finanziario 2016/18. Nel documento il debito da 5 milioni non figurava. Secondo gli autori delle denunce, però, almeno dieci giorni prima Ream aveva fatto presente alla Città di Torino, con una lettera indirizzata formalmente alla sindaca Appendino, che intendeva rinnovare, come già aveva fatto nel 2014 e nel 2015, la richiesta di restituzione della somma.

CHIARA APPENDINO INDAGATA PER FALSO: «PRONTA A COLLABORARE»

Un commento di Chiara Appendino dopo la diffusione della notizia dell’avviso di garanzia a suo carico non si è fatto attendere. «Sono assolutamente serena e pronta a collaborare con la magistratura, certa di aver sempre perseguito con il massimo rigore l’interesse della Città e dei torinesi», ha detto la sindaca di Torino. «Desidero essere ascoltata il prima possibile al fine di chiarire tutti gli aspetti di una vicenda complessa relativa all’individuazione dell’esercizio di bilancio al quale imputare un debito che questa amministrazione mai ha voluto nascondere».

CHIARA APPENDINO INDAGATA, PD: «NOI GARANTISTI, NO A DOPPIA MORALE M5S»

Tra i primi commenti anche quelli degli avversari come il senatore Pd Stefano Esposito. «Per quanto mi riguarda massimo garantismo anche per lei, noi non siamo grillini», ha affermato il parlamentare Dem. «Sono garantista da sempre – ha detto invece il presidente del Partito democratico piemontese Davide Gariglio – e mi auguro che la sindaca e l’assessore al Bilancio potranno chiarire la loro versione ai pm. Ma da oggi mi auguro che cessi l’arroganza e l’aggressività dei grillini quando simili casi coinvolgono altri esponenti politici». «In più occasioni in Consiglio comunale – ha dichiarato intanto il capogruppo della lista Morano Alberto Morano – avevamo avvisato il sindaco e l’assessore al bilancio sulla non corretta contabilizzazione della posta ed evidentemente qualche perplessità vi deve essere se la magistratura ha deciso di notificare l’avviso di garanzia». «Attendiamo che l’indagine della magistratura faccia il suo corso».

CHIARA APPENDINO INDAGATA, LEGA: «ORA AUTOSOSPENSIONE»

Il capogruppo della Lega Nord Fabrizio Ricca, infine: «Siamo garantisti sempre, ma da chi ha preso voti urlando ‘onestà’ e facendo la campagna elettorale sventolando cappi e manette ci aspettiamo se non le dimissioni almeno un autosospensione da sindaca». «La coerenza prima di tutto»

(Foto di copertina: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO)

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