Tiburtino III, l’eritreo picchiato dal compagno della donna che aveva inventato il sequestro

30/09/2017 di Redazione

L’orrore razzista di una coppia del Tiburtino III, il quartiere di Roma dove è esplosa la rivolta contro un centro migranti guidata da CasaPound. La tensione sociale attorno al centro di accoglienza dei richiedenti asilo gestito dalla Croce Rossa era esplosa dopo che una donna aveva denunciato di esser stata sequestrata insieme al nipote minorenne.

IL COMPAGNO DI PAMELA P. HA PICCHIATO L’ERITREO DEL PRESIDIO TIBURTINO III

Si chiama Pamela P., e la polizia ha appurato come si sia inventata tutto per gettare infamie nei confronti dei migranti. Ancora peggio ha fatto il suo fidanzato. Il compagno di Pamela P. ha infatti partecipato all’aggressione razzista contro un eritreo avvenuta alcuni giorni fa nel Tiburtino III, nei pressi del centro di via del Frantoio. Un richiedente asilo eritreo di 40 anni è stato avvicinato da un’auto, ripetutamente insultato con offese contro i neri, e poi picchiato dal fidanzato di Pamela P., insieme ad altre persone. La violenza ha procurato seri danni fisici al richiedente asilo, che è stato sottoposto a un intervento facciale in un ospedale di Roma dopo il pestaggio. Come riferisce Roma Today, la Croce Rossa ha dirmato questo comunicato. «Nei giorni scorsi l’ospite eritreo del Presidio Umanitario Tiburtino che ha subito l’aggressione è stato sottoposto ad un intervento chirurgico facciale, l’intervento è andato bene e attualmente il giovane continua ad essere sotto osservazione. Ringraziamo  l’Arma dei Carabinieri per il contributo di chiarezza che sta emergendo in queste ore dalle prime indagini. Intanto la vita del Presidio Umanitario prosegue con quella tranquillità che auspichiamo coinvolga tutti».

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L’INVENZIONE DEL SEQUESTRO DEI MIGRANTI AL TIBURTINO III

Un altro richiedente asilo ospitato al presidio umanitario del Tiburtino III era stato picchiato a fine agosto. Dopo quella violenza era stata scattata una rivolta di alcuni residenti della borgata romana, guidata da CasaPound, contro il centro di accoglienza. In quell’occasione si erano verificati forti tensioni con i migranti, e Pamela P. si era inventata il sequestro di persona. Le indagini per l’aggressione subita dall’eritreo invece proseguono. Il compagno di Pamela P. è stato identificato dopo che il richiedente asilo aggredito l’ha riconosciuto in fotografia, ma devono esser ancora individuati le persone che l’hanno accompagnato nella spedizione razzista.

 

Foto copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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