Ecco la motivazione (senza senso) per cui il sindaco della Lega non vuole dedicare il liceo di Alessandria a Umberto Eco

Il preside del liceo Plana di Alessandria, Roberto Grenna, aveva proposto di intitolare l’istituto a Umberto Eco. E la famiglia del semiologo era d’accordo. Ma l’intitolazione non si farà: il sindaco della città piemontese, il leghista Gianfranco Cuttica di Revigliasco, si è trincerato dietro a un no. Con una motivazione che appare davvero senza senso.

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LICEO UMBERTO ECO, LA MOTIVAZIONE DEL SINDACO DI ALESSANDRIA

«Bisogna coniugare – si legge nella delibera che rende esplicito il parere negativo della giunta comunale – lo slancio sotteso alla proposta di reintitolazione dell’istituto con la conservazione della memoria del passato, poiché è non dimenticando che si costruisce il futuro». Innanzitutto, Umberto Eco avrebbe avuto seri dubbi a considerare degna della lingua italiana questa macchinosa e verbosa sequenza di parole della burocrazia. In più, anche il contenuto – nascosto davvero molto bene dalla forma involuta – sembra essere piuttosto discutibile.

LICEO UMBERTO ECO, UNA RIVOLTA POPOLARE

Il sindaco ha garantito che la scelta è stata ponderata ed è stata dettata dal rifiuto da parte degli attuali studenti e degli ex studenti di dedicare il liceo che frequentano o che hanno frequentato al loro illustre concittadino. Insomma, una raccolta firme ha bloccato un processo di intitolazione che sembrava essere partito a gonfie vele.

Gianfranco Cuttica di Revigliasco, insomma, si sarebbe fatto portavoce della diffidenza di Alessandria nei confronti del professor Eco. Un amore, quello tra lo studioso e la sua città, che non è mai esploso nell’accezione moderna del termine. Il rapporto era intimo e critico, ma mai sbandierato ai quattro venti. Di Alessandria, Eco aveva omaggiato il patrono – San Baudolino – in uno dei suoi romanzi più fortunati. Di Eco, Alessandria si sta ostinando a nascondere la memoria, rifiutandogli persino l’intitolazione di un liceo classico.

«Le motivazioni della delibera sinceramente non mi convincono – ha dichiarato il preside Grenna – Alla sua morte mi è sembrato sensato ricordare Umberto Eco. Ho atteso un anno, come da accordi con la famiglia. Tra poco in Italia ci saranno un sacco di scuole che porteranno il suo nome e mi sembra assurdo che il liceo dove ha studiato sia l’unico non intitolato a lui».

Il professor Eco è stato bocciato dalla sua città. Un epilogo triste. Ma potrebbe esserci anche un finale alternativo per una vicenda la cui morale, purtroppo, appare ben chiara. Il sindaco leghista ha garantito che, nei piani della sua amministrazione, ci sarebbe quello di dedicare un museo civico all’illustre studioso e romanziere. Ma la beffa originaria, quella primigenia (ah, l’incipit del Nome della Rosa!), si è ormai consumata.

 

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