Vaccini, parla la mamma free vax della bambina respinta a Udine

«Stralunate… E siamo ancora qua? E già… Vediamo se dopo il comandante dei vigili e il maresciallo dei carabinieri dobbiamo chiamare qualcun altro». Con questo post pubblicato sul suo profilo Facebook, con una foto sua e della bambina in braccio, che la mamma di Latisana (Udine) ha cominciato ieri mattina a raccontare sui social la sua storia. La figlia, in un primo momento, non era stata accolta in asilo al suo rifiuto di firmare l’autodichiarazione richiesta.

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Mattinata intensa oggi in asilo.

La legge sui vaccini prevede diverse opzioni ovvero la presentazione di un autodichiarazione in cui si indica quali vaccinazioni sono state effettuate, esonero, omissione o copia della richiesta di appuntamento presso l’ASL per la vaccinazione.
Pertanto io che non ho vaccinato allego copia di raccomandata all’ASL.
Venerdì vengo diffidata dal portare mia figlia in asilo in quanto non ho compilato e firmato l’autodichiarazione da loro imposta dalla regione FVG. Documento assolutamente non conforme ai fini della legge che pertanto rifiuto di firmare. Chiedo che i dati personali vengano trattati solo dal dirigente scolastico come autorizzato dal Garante della Privacy. Pertanto io oggi porto mia figlia all’asilo e, alla faccia della privacy, vengo fermata in corridoio dalla direttrice la quale mi dice che non posso lasciare la bambina perché altrimenti creerei difficoltà perché non può rimanere in asilo. La mia risposta è stata “Può, eccome se può”. Davanti all’ennesimo rifiuto Chiamo i carabinieri che mi passano la polizia locale in quanto non avevano personale disponibile. Arriva il Comandante della polizia che prende atto della situazione precisando che lui può solo prendere atto di quanto accade e verbalizzarlo, ma mi invita a non lasciare in asilo la bambina.
Chiamo un legale, è occupato, chiedo di essere richiamata. Nell’attesa mi viene intimato telefonicamente dalla presidente dell’asilo di lasciar lavorare la direttrice (ero nel suo ufficio).
Attendo, nel frattempo mi raggiunge Erika per darmi sostegno.
Giungono i carabinieri, non ho ben compreso da chi siano stati chiamati, il Maresciallo sostiene che effettivamente io ho presentato la documentazione richiesta dalla legge, ma non si spiega la mia difficoltà nel firmare l’autodichiarazione, constatando ampiamente che non sia conforme alla legge.
Perciò, siccome anche lui può solo verbalizzare, non può esprimersi in merito, ma io non posso lasciare la bambina in asilo.
Veniamo fatte accomodare fuori, nel frattempo chiamo il legale che, visionati i miei documenti, sostiene che non c’è motivo per non accettare la bambina.
Rientriamo in ufficio e, la presidente scocciata ci dice che evidentemente a noi piace questa cosa. In poche parole io avrei dovuto tenermi a casa la bambina e prendermela con la regione in quanto “avendo un documento prodotto dal legale rappresentante che sostiene che non sei in regola quindi la bambina non può frequentare e tu ti presenti lo stesso assumi un atteggiamento di sfida nei confronti dell’asilo” pertanto, visto che, nonostante io sia in regola con la legge, come anche scritto nella circolare ministeriale, ho dovuto portare a casa Valentina alle 13.00, tramite avvocato ho presentato una diffida legale.
Tutto ciò con Andrea di neanche 2 anni al seguito.
E domani Valentina torna in asilo.

Qualcuno commenta sotto il post in questione: «Ha fatto bene a ribellarsi. Libertà di scelta». Tra i tanti però spunta anche chi non è d’accordo. «Fosse per me – spiega un utente – ti leverei la patria potestà: sei un pericolo per la salute ed educazione di tua figlia».

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