Banca popolare di Bari, i vertici indagati per associazione a delinquere

Banca popolare di Bari, la procura pugliese ha confermato l’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici del principale istituto di credito regionale. Il presidente Marco Jacobini, i suoi due figli Gianluca e Luigi Jacobini, rispettivamente condirettore generale e vice della Popolare di Bari, il responsabile della linea contabilità e bilancio Elia Circelli e il dirigente dell’ufficio rischi Antonio Zullo sono indagati per associazione a delinquere, truffa, ostacolo all’attività della Banca d’Italia e false dichiarazioni nel prospetto informativo depositato alla Consob.

BANCA POPOLARE DI BARI, VERTICI INDAGATI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E TRUFFA

Iscritto nel registro degli indagati anche Massimo De Bustis, ex direttore generale della Banca popolare di Bari, in passato anche amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena e Deutsche Bank Italia. De Bustis è però indagato solo per maltrattamenti. Reuters Italia ha confermato, tramite fonti della procura di Bari, l’avvio delle indagini nei confronti dei vertici dell’istituto di credito anticipata questa mattina da un articolo di Mara Chiarelli. La vicenda si basa sull’acquisto di Tercas, la ex Cassa di risparmio di Teramo, e la gestione irregolare della Banca popolare di Bari denunciata da un funzionario dell’ufficio rischi, mobizzato e poi licenziato. «La vicenda, finita sul tavolo del procuratore aggiunto Roberto Rossi, riguarda un arco temporale che va dal 2013 al 2016, quando le irregolarità nascoste nei bilanci dell’istituto di credito sono state svelate da una gola profonda: un funzionario incaricato di mettere a posto le carte nell’ufficio rischi, ma che avrebbe esagerato, evidenziando ai vertici le irregolarità emerse durante la sua attività. Le sue segnalazioni, che riguardavano in buona parte la fase dell’acquisizione di Tercas, non sarebbero state gradite, al punto che sarebbe stato prima mobbizzato e poi licenziato in tronco. Il provvedimento però non ha fermato il bancario, che si è presentato in Procura snocciolando numeri e fatti, raccontando tutto quello che riteneva illecito, prima di avviare contro di loro un procedimento parallelo per mobbing».

LEGGI ANCHE > SIAMO TUTTI CHRISTIAN RAIMO. QUELLO CHE NESSUNO AVEVA MAI OSATO FINORA ALLA TRASMISSIONE «DALLA VOSTRA PARTE» | VIDEO

BANCA POPOLARE DI BARI, LA DIFESA DELL’ISTITUTO

In un comunicato stampa di poche righe l’istituto ha smentito ogni addebito.  «Le dichiarazioni rancorose di un dipendente licenziato per giusta causa è bene che siano oggetto di ogni approfondimento da parte della Procura, per consentire poi alla Banca Popolare di Bari di agire nei confronti dell’autore di tali inaccettabili propalazioni.Sia chiaro: per la Banca contano solo i fatti, gli atti, i numeri, la trasparenza delle procedure e, di conseguenza, la fiducia dei Soci e dei clienti. E’ così fortemente auspicabile che gli accertamenti (a cui vi è ampia disponibilità a cooperare) siano rapidi, per sostituire al clamore mediatico, la certezza della correttezza dei comportamenti tenuti».

Foto copertina: ANSA

Share this article