Da «Boldrini clandestina» a «Boldrini, ti racconto il mio stupro»: i titoli horror della stampa di destra

Che la violenza sessuale sia un reato terribile, è un qualcosa che appartiene alla cultura di chiunque sia sano di mente. Sempre: sia che la commetta un italiano, sia che la commetta uno straniero. E non si capisce perché, nel caso dello stupro di gruppo a Rimini, la colpa di questo atto odioso venga addossata alla presidente della Camera Laura Boldrini. Qualcuno si attendeva una condanna ferma da parte sua (che – del resto – è puntualmente arrivata nella giornata di ieri) e non ha esitato a lanciare una campagna denigratoria per il presunto ritardo di questa stessa condanna.

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BOLDRINI CLANDESTINA STUPRO: LE POLEMICHE DELLA STAMPA

Basta leggere i titoli di oggi dei principali giornali di destra, da Il Giornale a Il Tempo, per farsi un’idea di quanto la polemica sia sterile e pure offensiva. «Boldrini clandestina» scrive il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti che, tra l’altro, in prima pagina, riporta un editoriale che elogia Giorgia Meloni per essersi schierata in prima linea accanto alle vittime dello stupro e condanna Laura Boldrini per il suo silenzio iniziale e per la sua «reazione tardiva».

«Boldrini, ti racconto il mio stupro» è invece l’apertura che sceglie il Tempo, riportando una lettera di una vittima di violenza sessuale. La donna è stata sequestrata per una notte intera da due persone di etnia rom che hanno abusato ripetutamente di lei. La vicenda, che risale a circa un anno fa, è stata messa in evidenza dai giornali perché il padre della donna ha diffuso dei volantini nel quartiere romano di residenza, per denunciare quanto capitato alla figlia.

BOLDRINI CLANDESTINA STUPRO: QUALI SONO LE COLPE DELLA PRESIDENTE DELLA CAMERA?

Una storia senz’altro terribile, ma che ha poco a che fare con Laura Boldrini. La donna, nello scritto pubblicato dal Tempo, invece, sostiene che «la politica interviene a seconda se lo stupratore è un immigrato oppure no» e cita direttamente il caso del presunto ritardo della presidente della Camera nell’esprimere parole di condanna per quanto successo a Rimini.

Ma il punto di vista è sbagliato. Non si può continuare ad attribuire a una rappresentante delle istituzioni colpe che non ha. A violenza materiale si risponde con violenza verbale. E il flusso ignobile degli insulti sui social network nei confronti della Boldrini dimostra che questa cosa ci sta completamente sfuggendo di mano.

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