Massimo Fini contro la carne sintetica: non ci resta che sperare nell’Isis

29/08/2017 di Redazione

Massimo Fini oggi sul Fatto Quotidiano firma un articolo contro la carne sintetica, quella prodotta in laboratorio a partire dalle cellule animali.  «Nei più cupi romanzi di fantascienza qualche scrittore aveva immaginato che un giorno ci saremmo nutriti con delle pillole, mandandole giù come si fa con l’ecstasy», scrive il giornalista, riportando il progetto della startup di carne sintetica Memphis Meats, con base a San Francisco e con finanziamenti da Bill Gates e Richard Branson, il fondatore di Virgin Group. Il futuro in cui si consumerà solo carne prodotta in laboratorio è dipinto in modo apocalittico da Massimo Fini – animali estinti, chissà quali conseguenze sulla salute dell’uomo – e la sua conclusione ha i toni della provocazione: «Non ci resta che sperare nell’Isis. Che tagli le gole. Ma quelle giuste».

CARNE SINTETICA, IN 30 ANNI SECONDO MEMPHIS MEATS NON AVREMO PIÙ BISOGNO DI UCCIDERE ANIMALI

Il patron di Virgin, Richard Branson ha recentemente dichiarato: «Credo che entro trent’anni non avremo più bisogno di uccidere animali e che tutta la carne sarà prodotta con processi puliti o basata sulle piante, con lo stesso sapore e anche più salutare per tutti». La promessa di Memphis Meats – che per il momento produce carne sintetica di manzo, pollo e anatra, le tre più diffuse negli USA – è infatti quella di offrire un prodotto senza uccidere animali, ma anche più pulito, sia per l’ambiente, che per l’uomo, dato che la carne “cresciuta” in laboratorio dovrebbe essere senza tossine o altri sottoprodotti nocivi per l’uomo.

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Massimo Fini è molto scettico su queste promesse: secondo lui, innanzitutto, non c’è alcuna garanzia che la carne sintetica non sia pericolosa per l’uomo. In secondo luogo, il giornalista non comprende l’entusiasmo degli animalisti, dato che – sostiene – la diffusione della carne sintetica porterà inevitabilmente all’estinzione di bovini e pollame.

La proposta è stata accolta con ululati di gioia da tutto il mondo animalista (l’animalismo è “la malattia infantile dell’ambientalismo”). A parte il fatto che nessuno scienziato può garantire che questo tipo di cibo non porti con sé alternative pericolose per l’organismo umano, costoro non si rendono conto che ciò vorrebbe dire la scomparsa dalla faccia della terra dei bovini, del pollame e in seguito, poiché il programma della Memphis Meats ha grandi ambizioni, dei suini e degli ovini. Nessun agricoltore alleverebbe più animali da cui non può trarre alcun guadagno. Qualcuno terrebbe forse un paio di mucche o di galline nel cortile. Tutti gli altri sarebbero condannati a una più o meno lenta estinzione.

MASSIMO FINI: «L’UOMO È UN ANIMALE ANCHE CARNIVORO. AL LEONE NON SI DICE CHE È IMMORALE SBRANARE L’ANTILOPE»

Massimo Fini critica il vegetarianesimo e il veganesimo: «L’uomo è un animale onnivoro e, come tale, anche carnivoro, e quindi ha il diritto di cibarsi di altri animali come fan tutti i carnivori, senza per questo sentirsi in colpa. Il leone sarebbe molto sorpreso se qualcuno gli venisse a dire che è immorale che sbrani l’antilope». Attenzione, però, questo per il giornalista non significa accettare allevamenti intensivi e maltrattamenti sugli animali. Anzi:

Invece di architettare di queste scemenze i milioni di dollari che Gates e Branson hanno raccolto (l’investimento non lo fanno solo con i loro quattrini) dovrebbero servire per dare agli animali, prima di finire sulla nostra tavola, un’esistenza meno atroce. Oggi vivono stabulati, compressi in spazi limitatissimi sotto i riflettori 24 ore su 24 per farli crescere più velocemente. E gli vengono malattie che non hanno mai avuto, quelle tipiche dell’uomo: disturbi cardiovascolari, infarto, ictus, diabete, depressione. Certo liberando gli animali, come fanno in Svizzera dove esiste ancora l’alpeggio, ci sarebbe meno terreno per costruire. Il che dice che Gates and Soci, strizzando l’occhio agli animalisti, ai vegetariani, ai vegani, pensano in realtà a ciò cui hanno sempre pensato: il business.

Foto copertina: ANSA/ US MEMPHIS MEATS

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