Il pedofilo torna in libertà, ma sia lui che centinaia di persone protestano | VIDEO

28/08/2017 di Redazione

Vuole tornare agli arresti domiciliari anche se, dopo l’interrogatorio di garanzia, il gip Giovanni Ghini ha disposto l’obbligo di firma e il divieto di avvicinarsi alla vittima. La richiesta del giovane di origini pakistane è stata resa nota dal suo legale, Noris Bucchi, il quale è chiamato a difenderlo dall’accusa di aver violentato un minorenne disabile in un comune della bassa reggiana più di un mese fa. Fatto che successivamente è stato confessato nell’aula di tribunale dallo stesso ventunenne, come evidenzia Il Resto del Carlino in questo articolo.

guarda il video:

PEDOFILO LIBERO: A REGGIO EMILIA UN VENTUNENNE ABUSA DI UN DISABILE, MA VUOLE TORNARE AI DOMICILIARI

È il 10 luglio quando un ventunenne avrebbe abusato di un bambino diversamente abile nel territorio di Reggio Emilia. Scattato l’arresto da parte dei carabinieri, il pakistano è poi tornato in libertà in seguito alla disposizione del gip Giovanni Ghini, che ha bocciato la custodia anche se l’inquisito ha ammesso la sua colpevolezza. Evidentemente l’esito finale emesso dall’autorità giudiziaria ha disatteso le aspettative del ventunenne, tanto da spingerlo a comunicare al suo avvocato la sua volontà “preso atto delle reazioni a seguito del provvedimento emesso dal gip e in particolare alle molteplici manifestazioni di allarme sociale che l’attuale situazione ha determinato”. La richiesta, dunque, si sintetizza nella disponibilità di tornare agli arresti domiciliari con un unico problema: il soggetto non ha un’abitazione. «È evidente che per poter attuare tale soluzione è necessaria la disponibilità di un alloggio e del titolare, proprietario o affittuario, ad ospitare il giovane» precisa il legale ai microfoni de Il Resto del Carlino, auspicando un’immediata collaborazione con associazioni benefiche, amministratori pubblici oppure privati cittadini.

PEDOFILO LIBERO, L’ASSOCIAZIONE LA CARAMELLA BUONA: «BAMBINO VITTIMA DI ABUSI E DI MALAGIUSTIZIA»

Dopo il caso di abuso nei confronti di un minorenne disabile, centinaia di persone hanno deciso di manifestare il proprio dissenso al provvedimento emesso dal giudice dinanzi alla sede del tribunale di Reggio Emilia. «Mi farebbe più piacere che il pedofilo chiedesse di stare in galera» chiosa senza mezzi termini Roberto Mirabile, numero uno dell’associazione antipedofilia La Caramella Buona. «Ribadiamo che un pedofilo reo confesso – si legge in una nota dell’organizzazione medesima – non dovrebbe per nessuna ragione essere lasciato in libertà anche se con obbligo di firma. Ribadiamo altresì la nostra vicinanza ad un bambino vittima prima dell’uomo che ha abusato di lui e poi di questa malagiustizia».

 

(Foto: Pagina Facebook di La Caramella Buona Onlus)

Share this article