Incendi, 40 milioni di animali morti. L’appello delle associazioni: «Non fate partire la stagione della caccia»

C’è un grido d’allarme che parte dai boschi, dalle montagne e dalle campagne. L’emergenza incendi che ha colpito l‘Italia in questo periodo estivo, le difficili condizioni meteo e la quasi totale assenza di precipitazioni per lunghi periodi dell’anno hanno provocato la morte di circa 40 milioni di esemplari di fauna selvatica. Una vera e propria strage senza fine, a cui si aggiungeranno – a breve – le vittime causate dall’apertura della stagione della caccia, prevista per il 1° settembre prossimo.

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STOP CACCIA, LA RICHIESTA DELLE ASSOCIAZIONI

Proprio per questo motivo, le associazioni animaliste come Enpa, Lav, Lipu e Lndc hanno lanciato una nota congiunta in cui chiedono di fermare l’apertura della stagione venatoria e il suo conseguente rinvio. «Il 10 agosto abbiamo chiesto al Governo la cancellazione della stagione di caccia, ma a oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta – si legge nella nota -. Nel 2017 sono finora andati a fuoco 117.579 ettari di boschi. Dall’inizio di luglio a oggi i roghi hanno interessato 100mila ettari di terreno, con ben undici regioni che hanno chiesto lo stato di calamità. Considerando una presenza media di 400 animali appartenenti ad ogni specie per ettaro, significa che più di 40 milioni di animali selvatici hanno perso la vita direttamente a causa degli incendi. Ai quali bisogna aggiungere le morti per l’assenza di precipitazioni e quelle dovute all’interruzione della catena trofica».

STOP CACCIA, LA MOBILITAZIONE DELLA REGIONE TOSCANA

Anche Legambiente ha chiesto al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di rinviare di un mese la stagione della caccia. E diverse istituzioni hanno raccolto l’invito delle associazioni ambientaliste e animaliste. Il presidente della regione Toscana Enrico Rossi, ad esempio, ha scritto su Facebook: «Non si può proclamare lo stato di calamità e non tenerne conto nella definizione del calendario venatorio. In Toscana tuteleremo la fauna più a rischio: spero che anche i cacciatori veramente amanti degli animali e della natura lo capiscano».

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