Emma Bonino, dopo gli scontri di piazza Indipendenza: «Salvini e Di Maio sono imprenditori della paura»

27/08/2017 di Redazione

Emma Bonino, leader radicale ed ex ministro degli Esteri, su Repubblica si lascia andare a un ampio commento che tiene insieme tutto: gli scontri di piazza Indipendenza, la polemica sulle ong, l’accordo con la Libia e perfino i più recenti episodi di cronaca, dalle minacce di CasaPound a don Biancalani al cartello contro il disabile a Carugate. «Nella guerriglia per gli sgomberi a Roma abbiamo perso tutti: la politica, il paese, i migranti stessi», dice la Bonino. Quello che abbiamo smarrito – spiega al quotidiano la leader radicale – è «il senso dei diritti e dei doveri per tutti. Una politica rigorosa di integrazione può aiutare anche la sicurezza».

EMMA BONINO: «GLI ITALIANI SONO DIVENTATI INTOLLERANTI VERSO I POVERI»

«Gli italiani sono diventati razzisti?», le chiede a Emma Bonino Giovanna Casadio, citando anche l’episodio di don Biancalani.

In parte. Ma certamente sono intolleranti verso chiunque sia altro e diverso. In particolare sia povero. Si veda il cartello contro l’handicappato nel centro commerciale di Carugate nel milanese, che nulla ha a che vedere con i colori della pelle, eppure coperto di insulti comunque. Veramente abbiamo visto all’opera dei veri imprenditori della paura, da Salvini a Di Maio e non solo. Eppure se apriamo le pagine di cronaca abbiamo liste lunghissime di atti criminali e violenti, specie contro le donne, compiuti da italiani “bianchi”. Per non aggiungere che la stragrande maggioranza di terroristi abitano e vivono da noi.

EMMA BONINO SULLA RIDUZIONE DEGLI SBARCHI: “ABBIAMO TAPPATO I MIGRANTI IN LIBIA, DOVE VENGONO TORTURATI LONTANI DAGLI OCCHI E LONTANI DAL CUORE”

Emma Bonino esprime un giudizio sulla diminuzione degli sbarchi dei migranti, dopo la missione italiana in Libia e il ritiro di alcune Ong dal Mediterraneo.

È evidente che meno ne scappano più ne rimangono nei lager libici. L’avevo detto già alla convention di Renzi al Lingotto: attenti, più ne tappiamo in Libia più aumenterà il numero delle persone sottoposte a torture, ricatti, stupri, cosa che sta avvenendo, testimoniata da reportage non solo italiani, ma internazionali e dalle Nazioni Unite. Senza dimenticare che a parte i centri visitabili e gestiti dal Dipartimento del governo libico, ce ne sono decine, in particolare a sud della Libia, affidati alle milizie. Terribili e senza testimoni. Il ministro Minniti nella conferenza stampa di Ferragosto ha detto che questo è il suo “assillo”, usando un eufemismo, perché tutti sono a conoscenza della situazione e bisogna ammetterlo per onestà intellettuale.

Il prezzo è drammatico e lo pagano “loro”, quelli tappati in Libia. Ma lontani dagli occhi, lontani dal cuore. Noi continuiamo a fare finta di non sapere, magari nella speranza che arrivi l’Unhcr o le Ong umanitarie a tentare di alleviare questi drammi indicibili.

Foto copertina: ANSA/GIORGIO ONORATI

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