Lei confida: «Mio marito è gay». Lui la denuncia, ma per la legge non c’è offesa

21/08/2017 di Redazione

La moglie confida agli amici a cena: «Mio marito è gay». Lui si ritiene offeso e la denuncia per diffamazione. Il giudice dà ragione alla donna perché non c’è reato. È una storia davvero singolare che vede protagonista una coppia in vista di una località del Riminese. A raccontarla oggi è il quotidiano Corriere Romagna in un articolo a firma Andrea Rossini. La donna avrebbe parlato della presunta omosessualità di suo marito abbandonandosi a confidenze sulla loro crisi coniugale e sulla decisione di separarsi. «La verità è che non abbiamo più rapporti intimi e non certo per mia volontà», avrebbe detto agli amici, raccontando di aver anche scoperto sul telefono di lui un’app per incontri con altri uomini. La voce della confidenza sarebbe poi giunta all’orecchio del marito, che, ritenendosi offeso, ha deciso di denunciare la moglie per diffamazione.

 

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«MIO MARITO È GAY», LUI LA DENUNCIA MA PER LA LEGGE L’OFFESA NON C’È

È iniziata così una sfida a colpi di carte bollate. Che si è risolta, però, in tempi brevi. La coppia infatti non è mai finita davanti al giudice di pace: la procura ha chiesto l’archiviazione del procedimento «perché il fatto non costituisce reato». Il Corriere Romagna racconta che gli amici dei due coniugi che si trovavano a cena, ascoltati dai carabinieri come persone informate sui fatti, hanno confermato il contenuto della conversazione, ma il termine «omosessuale», per la legge, non può essere considerato né offensivo, né denigratorio. Nella richiesta di archiviazione della Procura si fa riferimento esplicito ad una sentenza della Cassazione, la numero 50659 del 2016. La Suprema Corte su un simile caso ha stabilito che la semplice attribuzione della qualità «neutra» di «omosessuale» (un termine non dispregiativo riferibile solo alle preferenze sessuali dell’individuo ed entrato nell’uso comune) non può essere considerata lesiva della «reputazione» di una persona neanche se pronunciata con l’intenzione di offendere.

(Foto: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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