L’autore russo del best seller «L’educazione siberiana» ha scritto che gli attentatori di Barcellona «sono amici della Boldrini» (con tanto di errore di grammatica)

Nella storia che vi raccontiamo c’è tutto il bestiario dei social network. E stupisce che il protagonista sia lo stimato autore russo Nicolai Lilin (pseudonimo di Nicolaj Verjbitkii), autore del best seller «L’educazione siberiana». Gli elementi della vicenda? Un tweet scorretto dal punto di vista morale e grammaticale, il tentativo di rimediare fornendo spiegazioni poco credibili e la contro-accusa di razzismo nei confronti di chi ha cerchiato con matita blu la scorrettezza linguistica.

NICOLAI LILIN TWEET BOLDRINI SU ATTENTATO BARCELLONA

All’indomani dell’attentato di Barcellona, l’autore russo ha lanciato via Twitter il suo «pensiero stupendo». «Un’altro nostro concittadino massacrato dai terroristi islamici, amici della Boldrini, sostenuti dalla sinistra italiana». Proprio così, con tanto di «un’altro» con l’apostrofo. Va da sé che la rete si sia scatenata, sia sui contenuti dell’affermazione di Lilin, sia sull’errore di grammatica. E i commenti sono stati talmente tanto violenti che lo scrittore russo è stato costretto a cancellare il tweet con tanto di retromarcia.

NICOLAI LILIN TWEET BOLDRINI, LE ACCUSE ALLA SINISTRA ITALIANA

Ma la vicenda non finisce qui. Lilin ha accusato Laura Boldrini di essere esponente di una «sinistra italiana che oggi è peggio dei nazisti: perché danno del fascista a chiunque abbia un’opinione diversa dalla sua», dice di non averle mai perdonato il suo incontro con Andriy Parubij, esponente dei neonazisti ucraini e accusa la sinistra di essere connivente con i terroristi.

NICOLAI LILIN TWEET BOLDRINI, LE ACCUSE DI RAZZISMO

Infine, la chicca che funge da ciliegina sulla torta. In risposta ai tanti utenti di Twitter che hanno sottolineato il suo grave errore di grammatica, Lilin ha sfoderato l’arma più inflazionata: quella del razzismo. «Sottolineare l’errore di grammatica di uno scrittore russo è un commento razzista – ha detto Lilin al Corriere del Veneto -. Nessuno mi ha contestato con intelligenza o si è confrontato con un dibattito politico».

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