Perché Laura Boldrini è tanto odiata?

Da quando Laura Boldrini, la donna più insultata d’Italia, specialmente nell’ultimo periodo, ha deciso di denunciare chi la insulta sul web, rivolgendole i più beceri e volgari auguri, non sono mancati i segni di solidarietà nei suoi confronti. Ma sarà sincera? Comincia da qui la riflessione di Bia Sarasini oggi sul Manifesto:

Sono solidale, ma. Dopo l’annuncio della presidente della Camera Laura Boldrini di voler procedere alla denuncia di chi la riempie di insulti di speciale ferocia sessista sul web, questo è l’esercizio più diffuso, tra politici e opinionisti. Solidarietà ma di malavoglia. L’elenco dei perché, fa cadere le braccia.

Quasi di più degli auguri di stupro di gruppo, magari da parte di immigrati, e altri, tutti insulti pesantemente sessuali, i peggiori che si possano rivolgere a una donna. E che lei stessa, con coraggio e con sfida, ha ripreso, e ripubblicato, nel suo tweet. E si fa perfino sfoggio di cultura (Nicola Porro su Il Giornale), si scomoda la strega a propria insaputa descritta da Thomas Mann nelle pagine del Doktor Faustus, per dire che se lo va a cercare, tutto questo odio.

Che lei non è consapevole di se stessa. Insomma, lo stereotipo della “maestrina”, di chi pretende di guidare e non è capace, l’insopportabilità di una donna che dirige, esercita il proprio ruolo, manifesta le proprie opinioni. Esercizio di misoginia al massimo livello, espressione del maschilismo politico italiano mai venuto meno, fin dai tempi della Costituente.

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LAURA BOLDRINI: IL PERFETTO CAPRIO ESPIATORIO

E se nelle espressioni di solidarietà si legge un velo di antipatia, c’è da chiedersi davvero perché Laura Boldrini ne susciti tanta. Perché è donna, perché è stata eletta presidente della Camera dei Deputati nel 2013, perché da allora ha sempre rimarcato il suo essere donna (pretendendo ad esempio di essere chiamata “la presidente”), perché non ha rinunciato al suo pensiero, in favore dei migranti, in favore delle donne, contro il femminicidio e contro i vigliacchi che usano i social per esprimere il loro odio più cieco.

È sotto un tendone a Soncino, in provincia di Cremona, che nell’ottobre 2016 Matteo Salvini, il capofila dei suoi detrattori, presentò una bambola gonfiabile come una sua sosia. Prima di essere eletta Presidente della Camera, terza in Italia ad avere questo ruolo, dopo Nilde Jotti nel 1979 e Irene Pivette nel 1984, Laura Boldrini era già nota, spesso in tv per il suo lavoro, come responsabile della comunicazione dell’Uhncr, l’organizzazione dell’Onu che si occupa dei rifugiati. C’è da supporre che già allora in tanti non fossero d’accordo con lei. Ma è solo da quando è entrata, eletta da Sel, a far parte dell’odiata casta, e poi, eletta presidente, ha deciso di mettere se stessa, la propria posizione pubblica, a sostegno della causa delle donne, che si è scatenato il livore.

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#IOSTOCONLAURA, LA SOLIDARIETÀ VERA A LAURA BOLDRINI

«Sessissmo violento, cieco, impastato di razzismo, che attacca la donna importante, proprio in quanto donna. La vuole ricondurre all’ordine, sottoporla al dominio dei maschi a cui si sottrae. Il web, è ovvio, rende tutto più evidente e insopportabile, a mio parere esaspera ma non è la causa. Il punto è che questi sentimenti – mi sembra eccessivo chiamarli pensieri – esistono. È necessario guardarli, stabilire un limite. Per questo sono grata a Laura Boldrini, al coraggio delle sue denunce, #iostoconLaura», conclude Bia Sarasini sul Manifesto, mentre su Facebook continua a venire condiviso il posto in sostegno della presidente della Camera di Rossella Muroni, la presidente di Legambiente, che denuncia – sempre sul social network – che dopo aver espresso la sua solidarietà, è stata inondata anche lei di odio gratuito.

Laura Boldrini

Foto copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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