Foggia, i due contadini uccisi perché scambiati per la scorta del boss

12/08/2017 di Redazione

Una novità dalle indagini sull’agguato di mercoledì scorso a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, in cui hanno perso la vita quattro persone. I due contadini Luigi e Aurelio Luciani, di 47 e 43 anni, le due vittime innocenti della faida, probabilmente non sono stati freddati a colpi di fucile perché testimoni ma perché erroneamente ritenuti vicini al boss ucciso, Mario Luciano Romito, e al cognato che gli faceva da autista, Matteo De Palma.

 

LEGGI ANCHE > A FOGGIA C’È UNA GUERRA, MA FINO A IERI NON LO SAPEVA (QUASI) NESSUNO

 

LUCIO E AURELIO LUCIANI, VITTIME INNOCENTI DELLA MAFIA A FOGGIA

I due agricoltori (ieri i loro funerali) sarebbero stati scambiati per fedelissimi del mafioso anche per il loro veicolo. Scrive l’inviata della Stampa Grazia Longo:

Il boss, mercoledì mattina, aveva appuntamento con un malavitoso proprietario di un pick up simile a quello degli agricoltori. Di qui, quindi, potrebbe essere scattato l’errore di persona. Il particolare dell’incontro mancato è emerso dall’esame dei tabulati telefonici di Romito, grazie alle indagini dei carabinieri coordinati dal pm della Dda di Bari Pasquale Drago.

Ma c’è anche un altro particolare che allontana l’ipotesi dell’eliminazione dei due contadini in quanto testimoni: gli assassini avevano il volto coperto da un passamontagna. A rivelarlo è una testimone oculare, una turista tedesca che la mattina della strage, nelle campagne di San Marco in Lamis, si è imbattuta nell’auto del commando, una Ford Kuga, sulla Pedegarganica. A bordo ha visto quattro-cinque uomini incappucciati che l’hanno minacciata intimandole di allontanarsi.

Secondo gli investigatori il commando era formato da killer professionisti che potrebbero non essere della zona. Non è emerso alcun contatto tra ambienti mafiosi e i due coltivatori diretti uccisi.

(Foto: ANSA / FRANCO CAUTILLO)

Share this article
TAGS