Da nord a sud tutti i laghi italiani a secco nell’estate 2017 | GALLERY

A secco quest’estate non è solo il lago di Bracciano, simbolo dell’emergenza idrica della Penisola. I bacini italiani non soffrono solo per le captazioni di acqua, ma anche a causa di scarichi fognari non depurati, inquinamento, una cattiva gestione delle risorse, mentre si ritorcono su di loro anche gli effetti del cambiamento climatico. L’allarme arriva da Legambiente, che ha pubblicato i risultati della XII edizione di Goletta dei laghi, l’iniziativa dell’associazione ambientalista per monitorare lo stato dei bacini italiani. Quest’anno il tour ha riguardato 14 laghi italiani, in sei regioni italiane: Lombardia, Piemonte, Veneto, Umbria, Lazio e Trentino.

L’EMERGENZA IDRICA SUL LAGO DI BRACCIANO

La situazione più preoccupante è quella del lago di Bracciano, diventato il simbolo dell’emergenza siccità che ha colpito l’intera Penisola nell’estate 2017. La superficie dell’acqua è di 160 centimentri sotto lo 0 idrometrico, a fronte di una soglia massima ritenuta intorno ai -150 centimentri. Una volta superata questa soglia, a rischio è l’intero ecosistema lacustre. Sul bacino a nord di Roma, oltre alla siccità, hanno influito anche le captazioni di Acea, la municipalizzata dell’acqua della capitale.

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OLTRE BRACCIANO, GLI ALTRI LAGHI ITALIANI A RISCHIO NELL’ESTATE 2017

La siccità ha interessato però tutta la Penisola: nel nord la situazione più preoccupante è quella del lago di di Garda, pieno al 35% e con un’altezza idrometrica di 36 cm sotto la media storica. Tutti e quattro i grandi laghi del nord – Garda, Maggiore, Como e Iseo – soffrono per la siccità quest’estate. L’elemento più preoccupante tra quelli emersi dal report di Legambiente è la riduzione delle portate in ingresso, vale a dire dell’acqua che entra nei bacini lacustri, scesa di 9,5 miliardi di metri cubi, l’equivalente di tutta l’acqua prelevata per usi civili nella Penisola.

LAGHI ITALIANI, IL 50% INQUINATO DA SCARICHI NON DEPURATI

Preoccupante, poi, è anche lo stato della qualità della acque lacustri: su 100 punti monitorati da Legambiente, il 50% è risultato inquinato da scarichi non depurati, e nel 90% sono stati trovati rifiuti. «Nell’estate 2017 – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – l’Italia si trova ad affrontare una pesante crisi idrica inasprita dai cambiamenti climatici. I laghi e fiumi sono il simbolo di questa emergenza che se non affrontata correttamente rischia di ripetersi nel prossimo futuro. Per questo è fondamentale mettere in campo interventi strutturali di lungo periodo e politiche di adattamento al clima, cambiando allo stesso tempo l’approccio che fino ad oggi ha guidato la pianificazione della risorsa idrica. È inoltre fondamentale intervenire sulla qualità, dato che circa il 60% delle acque lacustri non ha raggiunto l’obiettivo fissato dalle direttive europee. Ritardi che, insieme a quelli sulla depurazione, oltre ad avere gravi conseguenze sugli ecosistemi lacustri, ci costeranno multe salate per le procedure di infrazione attivate dall’Europa nei confronti del nostro Paese. Infine anche quest’anno, i nostri dati confermano il problema della cattiva depurazione, con alcuni punti che sono dei veri e propri malati cronici, risultando inquinati ad ogni edizione della campagna partita nel 2006, e dell’inefficienza degli impianti o la presenza di scarichi abusivi. Chiediamo alle autorità competenti di intervenire applicando la nuova legge 68 del 2015 sugli ecoreati, che in diverse situazioni si è rivelata molto efficace anche su questo fronte”.A secco quest’estate non è solo il lago di Bracciano, simbolo dell’emergenza idrica della Penisola. I bacini italiani non soffrono solo per le captazioni di acqua, ma anche a causa di scarichi fognari non depurati, inquinamento, una cattiva gestione delle risorse, mentre si ritorcono su di loro anche gli effetti del cambiamento climatico».

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