E il governo lascia da sola Virginia sulla crisi Atac. Delrio: «Lo Stato non darà altri fondi»

31/07/2017 di Redazione

Anche se l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo ha cercato di ricucire con la sindaca di Roma, parlando di “ricostruzioni giornalistiche” estranee al suo pensiero, nella Capitale non c’è un bel clima. Secondo quanto riportano diverse testate stamane la giunta è spaccata e, dopo le dimissioni del dg Atac Rota, le cose non volgono per il meglio.

Riporta il Corriere della Sera:

Le esternazioni di Mazzillo saranno oggi valutate prima nella giunta e poi, nel pomeriggio, nel corso della consueta riunione di maggioranza.
Un passo indietro che dovrebbe garantire all’assessore di mantenere il suo posto, anche se l’ultima parola spetta a Grillo
e Casaleggio che in settimana saranno nella Capitale.
Operazione trasparenza ieri anche per il presidente della Commissione trasporti, Enrico Stefàno, che l’ex dg di Atac,
Bruno Rota, aveva accusato di avergli raccomandato la Conduent Inc, azienda di bigliettazione elettronica. Ieri Stefàno
ha pubblicato su Facebook lo screenshot della chat aperta con l’ex dg, dove conferma di aver «visto i rappresentati di
Conduent» e di aver esaminato «le loro proposte». E poi arriva il suggerimento a Rota: «Immagino li conoscerai bene. Io non sono un tecnico, ma sicuramente l’attuale sistema di Atac è a dir poco obsoleto… Quando ci vediamo possiamo approfondire».

C’è una grande questione in sospeso. Roma riuscirà a ottenere i fondi dal governo necessari per ripianare alcuni debiti? Sempre dallo stesso quotidiano arriva un no. Ecco l’intervista al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio:

«Noi siamo sempre disponibili a collaborare e non siamo insensibili al fatto che c’è un’azienda che dà lavoro a 12
mila persone. La mobilità è un diritto sacrosanto, che a Roma non è abbastanza garantito.
Ma abbiamo messo un mucchio di soldi per il rinnovo del parco autobus: quasi sette miliardi di euro. E inoltre abbiamo
riscritto le regole, invitando a riorganizzare i bacini di mobilità, a bandire gare, a promuovere la concorrenza e a
proseguire nella lotta all’evasione tariffaria».
Quindi non ci saranno altri contributi per salvare Atac?
«La nostra parte noi l’abbiamo fatta. Non si può pensare sempre di risolvere le situazioni di difficoltà con continui finanziamenti straordinari. Serve un processo di riorganizzazione che consenta di ridurre l’evasione tariffaria e di migliorare l’efficienza del sistema. Se si riuscisse, a livello nazionale, a ridurre l’evasione del 10%, avremmo 300 milioni di euro in più. Se si riuscisse a caricare il 3% di passeggeri in più, cosa che sarà possibile con il nuovo parco mezzi, avremmo tutti 400 milioni in più a disposizione

(in copertina foto ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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