Atac, ora il dg Rota è in bilico: Raggi e grillini pronti a sostituirlo

28/07/2017 di Redazione

Il cambio al vertice dell’Atac, la municipalizzata del trasporto pubblico a Roma, è molto più di un’ipotesi. Dopo uno scontro con il Movimento 5 Stelle sui conti disastrati e sulle strategia da seguire per evitare il baratro finanziario, il direttore generale Bruno Rota, manager voluto dalla Casaleggio Associati, è vicino all’addio. Nella vicenda pesa molto anche lo scetticismo della sindaca Virginia Raggi. Secondo quanto trapelato dall’ufficio della prima cittadina della Capitale il rapporto con il dg «si è rotto», «non c’è più fiducia».

 

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ROMA, DG DI ATAC ROTA IN BILICO: DURO SCONTRO CON IL M5S

Ora la sindaca potrebbe essere costretta ad indicare il terzo direttore generale di Atac in poco più di un anno. Rota è stato scelto ad aprile dal M5S attraverso una selezione aperta. Da alcune settimane il manager ha cominciato a denunciare la preoccupante situazione dei conti. Lui la definisce «insostenibile», accusa i grillini di non aver subito esposto il problema, parla di «decisioni nette» da prendere. Le sue dichiarazioni hanno fatto scoppiare la crisi con l’amministrazione e i pentastellati. Con scambi di accuse pesanti. Scrive oggi Lorenzo De Cicco sul Messaggero:

Il presidente della Commissione comunale Mobilità, il grillino Enrico Stefano, ha replicato duro: «Abbiamo dato a Rota carta bianca. Il mero elenco dei problemi non è sufficiente, magari in questi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, rimuovendo i dirigenti responsabili del disastro, come lo abbiamo invitato a fare più volte». Immediata la replica del diggì: «Più che di dirigenti da cacciare, lui e non solo lui,mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti». E ancora: «So del vivo interesse del consigliere Stefàno alle soluzioni della società Conduent Italia, che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato ad incontrare più volte».

Tra le ipotesi per l’addio di Rota c’è quella del ritiro delle deleghe, per costringerlo alle dimissioni. Con il licenziamento infatti il Campidoglio porebbe essere costretto a pagare una pesante buonuscita. Il dg ad aprile ha sottoscritto un contratto di 3 anni.

(Foto: ANSA / ANGELO CARCONI)

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