Di Battista, cosa c’è di non vero nell’abbraccio con Di Maio sui vitalizi

27/07/2017 di Andrea Mollica

Di Battista ha pubblicato su Instagram e su Facebook la foto dell’abbraccio con Luigi Di Maio scambiato dopo l’approvazione del ricalcolo dei vitalizi alla Camera dei Deputati. Sui suoi  seguitissimi profili social il popolare parlamentare dei 5 Stelle ha scritto: «Luigi è un fratello. Aboliti i #vitalizi alla Camera. Adesso la battaglia passa al Senato. #m5s #bastaprivilegi #giustizia #soddisfazioni #abbraccio».

Di Battista

 

Il commento sul rapporto con Luigi Di Maio, definito un fratello, appare enfatico, mentre sicuramente falsa, oppure scorretta, è la definizione di abolizione dei vitalizi. Si tratta di un ricalcolo delle pensioni di cui beneficiano i parlamentari, che non porterà alla scomparsa di questi assegni, ma alla loro riduzione.

 

L’ABBRACCIO DI DI BATTISTA E DI MAIO SUI VITALIZI

Secondo i calcoli forniti da Tito Boeri, il presidente dell’INPS, il ricalcolo dei vitalizi farebbe passare l’assegno medio da circa 56 mila euro lordi l’anno a 33 mila e 500 euro lordi. Una riduzione di circa il 40%, che non pare proprio definibile una abolizione. L’aspetto poi meno discusso ma interessante del Ddl approvato alla Camea è l’effetto del ricalcolo sui contributi versati che aumenterà le pensioni per 117 parlamentari. Chi è stato eletto per più legislature a Camera e Senato avrà un aumento della sua pensione da parlamentare. L’elenco di questi 117 eletti è top secret, come rimarca il Messaggero di oggi, ma probabilmente ne fanno parte deputati e senatori come Publio Fiori o Arnaldo Forlani che sono stati parlamentari per oltre 20 anni. Di Battista parla di battaglia al Senato, dove la situazione per la proposta di ricalcolo dei vitalizi appare in grave difficoltà. Alla Camera dei Deputati sono mancati molti voti dei gruppi parlamentari che avevano annunciato il loro consenso, e la somma dei senatori di PD, M5S e Lega Nord fa solo 146, quindici voti in meno rispetto alla maggioranza assoluta. Non è poi detto che i gruppi siano compatti, visto il grosso dissenso interno osservato durante le discussioni. Di conseguenza l’abolizione dei vitalizi, per quanto scorretta nella definizione visto che si tratta di un ricalcolo a volte anche più generoso,  è lungi dal poter esser celebrata, visto che al momento appare un voto di propaganda in vista della prossima, ormai imminente, campagna elettorale per le politiche 2018.

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