Bossetti, lacrime, parole e prima giornata in carcere dopo la conferma dell’ergastolo

19/07/2017 di Redazione

Bossetti è scoppiato in lacrime. In carcere, dove è arrivato nella notte tra lunedì e martedì dopo la lettura della sentenza della Corte d’Appello che ha confermato l’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La reazione molto delusa e provata di Massimo Bossetti era attesa da chi ogni giorno lo incontra in carcere. Anche per questo motivo nella giornata di martedì sono passati a trovarlo un volontario, lo psicologo, il medico, il cappellano della casa circondariale di Bergamo, dove è recluso nella sezione protetta riservata a chi ha commesso crimini contro i bambini o le donne. Il carcerato si è sfogato con queste persone, ribadendo ancora una volta la sua innocenza, e scoppiando in lacrime per non esser riuscito a dimostrare di aver ucciso Yara Gambirasio.«Non ho chiuso occhio, potrete comprendermi. Ma sono contento di potervi far capire che persona avete davanti»

BOSSETTI, LACRIME IN CARCERE DOPO L’ERGASTOLO DI YARA GAMBIRASIO

Secondo il Corriere della Sera Massimo Bossetti sperava: se non in una improbabile assoluzione, almeno nella concessione di una nuova super perizia sul suo Dna, che egli stesso aveva chiesto nelle dichiarazioni finali del processo d’appello. Massimo Bossetti in carcere è considerato un detenuto modello: non dà mai problemi, e ha fatto anche alcuni lavori di muratura in alcune celle, anche per passare il tempo. Prende anche il sole, come dimostra la sua abbronzatura mostrata in aula, nel piccolo cortile a cui ha libero accesso. La sua carcerazione speciale in isolamentp consente una relativa libertà di movimento negli spazi della casa circondariale riservati ai detenuti del suo settore. Le normative impongono celle aperte, vista la condizione di isolamento a cui sono sottoposti. Bossetti ha confidato anche le sue speranze per la Cassazione. Il ricorso in terzo grado è sicuro, e il muratore bergamasco spera che almeno in questo caso sarà in grado di provare la sua innocenza.

Foto copertina: ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA

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