Il ristorante fascista di Artena sui gay: «Se si scambiano effusioni, non li accetto nel mio locale»

La sensazione è che il tour nei luoghi più fascisti d’Italia sia appena iniziata. Dopo la spiaggia di Chioggia, ecco spuntare un ristorante ad Artena, alle porte di Roma. In un’intervista a Radio Cusano Campus, la titolare del locale chiude le porte ai gay: «Se si scambiano effusioni non lo accetto proprio. Facciano quello che vogliono, ma non nel mio ristorante».

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L’INTERVISTA ALLA TITOLARE DE IL FEDERALE

Il locale in questione è Il Federale. Anche qui, le immagini di Benito Mussolini riempiono le pareti della sala. I clienti mangiano circondati da saluti romani e da bandiere con il fascio littorio. Il volto del Duce troneggia anche sulle etichette del vino servito.

La signora Adelaide, che gestisce il locale da 40 anni, ha rilasciato un’intervista per commentare anche le recenti affermazioni della presidente della Camera Laura Boldrini sui monumenti di Roma (parole che sono stati travisate dagli ambienti della destra estrema): «Ma cosa vuole la Boldrini – ha detto a Radio Cusano Campus -? Noi siamo qui da cinquant’anni. Non penso che vogliano farci chiudere, ma se chiudessimo sono convinta che sarebbe contenti».

In più, la titolare ha commentato la vicenda dello stabilimento balneare di Chioggia: «Quello del lido ha scritto cose giuste nei cartelli: serve rispetto e pulizia». D’altronde, la sua posizione risultava piuttosto chiara anche a partire da uno dei tanti post pubblicati sulla pagina Facebook de Il Federale, in cui una vignetta traccia le differenze tra le spiagge frequentate dai «comunisti» e quelle frequentate dai «fascisti»:

Ordine, pulizia e divieto d’accesso ai gay, quindi? Dalle parole della signora Adelaide sembrerebbe proprio di sì. Secondo la titolare de Il Federale gli omosessuali non dovrebbero «ostentare» le proprie relazioni: «Se sono gay e non dicono niente ok: mica se entra una coppia di amici gli chiedo se vanno a letto assieme. Non devono fare le loro effusioni, mi dà fastidio. Così come mi dà fastidio quando il Pride va in via della Conciliazione davanti alla mia cristianità».

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