Chioggia: al lido fascista lavorava anche il segretario del Pd locale

Continuano le polemiche sul lido fascista di Chioggia e questa volta toccano il segretario del Pd locale, Terry Manfrin. Tra fornelli e bancone la scorsa estate ha lavorato per tre giorni al Playa Punta Canna, la ‘spiaggetta nera’ dedicata ai nostalgici del Duce. A svelarlo è il quotidiano locale il Gazzettino.

Un impiego regolarmente pagato in vaucher, di cui ora Manfrin dovrà rendere conto al suo partito. «Tutti sanno la mia storia – si giustifica il segretario del Pd di Chioggia – non si può dire che io chiuda gli occhi sul fascismo». Le scritte dall’eco mussoliniana – «da servizio solo per i clieni…altrimenti manganello sui denti» a «vietato entrare: camera a gas», Manfrin ammette di averle viste, ma assicura: «Quando ho lavorato io non ho mai visto niente che riconducesse a Mussolini e non ho mai sentito fare interventi particolari a Gianni Scarpa».

Scarpa, autentico nostalgico, nel 2012 si era proposto in un messaggio a Beppe Grillo. I sostenitori del M5S a Chioggia non mancano: dall’anno scorso il piccolo Comune veneto è guidato infatti da un giovane grillino, Alessandro Ferro. Il suo vice, Marco Veronese, è stato coinvolto nella polemica sul lido fascista, che ha con leggerezza definito «folkloristico».

Ma a Chioggia ora è tutta la politica a muoversi: l’assessore regionale di Forza Italia Elena Donazzan ha già annunciato una festa vintage al Playa Punta Canna, dedicata agli anni Trenta. «Devo concordare con Gianni gli ultimi dettagli – dice – poi sono proprio curiosa di vedere cosa si inventerà il Prefetto». Secondo il Gazzettino sta pensando di vestirsi da Margherita Sarfatti, la scrittrice e giornalista veneziana amante del Duce. Per domani, invece, Sinistra italiana locale ha già annunciato un sit in davanti alla spiaggia fascista di Chioggia.

E mentre la bufera politica continua a gonfiarsi, la Procura ha aperto un fascicolo di indagine sul Playa Punta Canna e la gestione nostalgica per apologia del fascismo.

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