Paul Pogba: «Sono un musulmano triste per l’attentato di Manchester»

30/06/2017 di Redazione

Il giocatore Paul Pogba esce allo scoperto in un’intervista speciale a lui dedicata dal magazine Esquire. Dure le frasi che rivolge nei confronti degli attentatori che stanno seminando il panico in giro per l’Inghilterra: «L’attentato di Manchester è stato un momento molto difficile ma questa città non può arrendersi, non possiamo lasciarli vincere. Dobbiamo lottare, perché le cose tristi accadono ma non bisogna smettere di vivere. Nessuno può uccidere un altro essere umano».

L’INTERVISTA DI PAUL POGBA: «LA VITA MI FA RIFLETTERE OGNI GIORNO»

Il centrocampista francese Paul Pogba, noto agli appassionati di sport in Italia per il suo passato alla Juventus, ha raccontato il suo percorso da sportivo in un’intervista a tutto tondo rilasciata alla nota testata Esquire, fino ad arrivare al suo presente con la maglia dei Red Devils. Nella prima parte del colloquio l’ex sportivo della Juve precisa di essere pienamente concentrato sul calcio, ammettendo di non avere tempo persino per una relazione stabile. Poi lascia trapelare alcune sensazioni che lo hanno accompagnato nel corso degli anni dopo la scomparsa del padre: «La vita dev’essere goduta fino in fondo, perché in un attimo – sostiene con voce provata dall’emozione di rivivere taluni momenti – cambia tutto e non ci sei più. Mio papà era un uomo molto forte, pure molto testardo, ma era anche molto buono, divertente e intelligente, è stato un ottimo padre e io sono orgoglioso di essere suo figlio». Tornando alla stagione calcistica appena conclusa, il calciatore più costoso al mondo ha cercato di convincere che il passato campionato non fosse stato così deludente. «Abbiamo vinto tre trofei, non credo che siamo i peggiori. Se qualcuno ritiene questo – puntualizza Paul Pogba – lo accetto senza sollevare problemi, ma il fatto che abbiamo raggiunto certi risultati mi rendono felice.  Perché puoi anche essere la squadra migliore al mondo e giocare il calcio più bello del mondo, ma se poi vinci zero trofei nessuno si ricorderà di te».

(ANSA/AP Photo/Peter Dejong, File)

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