Raffaele Cantone dice la sua sul caso del pm Woodcock e della giornalista Sciarelli

30/06/2017 di Redazione

Alla giornalista Federica Sciarelli, da lungo tempo amica di Woodcock, viene contestato il reato di concorso in rivelazione di segreto. Dopo la lunga polemica che ha diviso l’opinione pubblica, Raffaele Cantone commenta la vicenda ai microfoni di Dire, auspicando immediata chiarezza sulla situazione. «Spero che questa vicenda si chiuda dimostrando che Woodcock non ha messo in atto nessuna fuga di notizie» ha concluso il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.

CASO SCIARELLI-WOODCOCK: L’ANALISI DI CANTONE

In merito alla vicenda della presunta fuga di notizie riservate relative all’inchiesta Consip, la nota conduttrice del programma “Chi l’ha visto?” risulta indagata insieme al pm Woodcock. Secondo quanto appreso dall’Ansa, Federica Sciarelli sarebbe stata il tramite per il passaggio delle informazioni da Woodcock ad un giornalista del Fatto Quotidiano. «Non posso aver rivelato nulla a nessuno – ha dichiarato la stessa per allontanare le voci – semplicemente perché Woodcock non mi svela nulla delle sue inchieste, tantomeno ciò che è coperto da segreto». Nelle scorse ore il commento del numero uno dell’Anac chiarisce alcuni punti della complicata vicenda, sostenendo che una fuga di notizie c’è stata e questo rappresenta rappresenta un danno complessivo al sistema giudiziario, visto che ciò che sembra è che si perseguano obiettivi diversi da quello della ricerca della verità. Le parole di stima verso l’attività professionale del pm napoletano non si fanno attendere, di fatto Cantone racconta di conoscere «Henry John Woodcock da anni, è una persona di estrema correttezza. E ho stima di molti soggetti coinvolti nell’inchiesta: a Napoli come a Roma. Avranno le giuste ragioni per aver iscritto nel registro degli indagati Woodcock ma mi auguro che lui riesca a dimostrare che non c’entra nulla con la fuga di notizie. Ho totale e assoluta fiducia negli inquirenti». Le conclusioni di Cantone non lasciano spazio ad ulteriori repliche sul fatto che il diritto di cronaca non può giustificare chi propaga informazioni in modo illegittimo.

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