Lui grida «No», lei capisce «Now». L’assurda morte della ragazza che stava facendo bunjee jumping

Nel 2015, Vera Mol stava facendo bunjee jumping in Spagna, vicino a Santander. L’istruttore a cui si era affidata stava ancora assicurando gli elastici e ha gridato «No jump». Pessima mossa e pessimo inglese: la ragazza capisce male («Now jump») e si lancia nel vuoto. Il salto termina in tragedia e Vera muore sul colpo. Oggi lo stesso istruttore si è presentato in tribunale con l’accusa di omicidio.

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LE ACCUSE PER L’ISTRUTTORE DI BUNJEE JUMPING

Secondo i giudici spagnoli della corte di Cantabria che stanno gestendo le indagini, la morte si sarebbe potuta evitare se l’istruttore avesse utilizzato la frase grammaticalmente corretta «Don’t jump». L’altra accusa che potrebbe inguaiare l’istruttore è quella di non aver verificato l’età della giovane ragazza che, nel 2015, non aveva ancora compiuto 18 anni e, di conseguenza, non avrebbe potuto fare bunjee jumping senza  l’autorizzazione di un tutore.

Il tutto è aggravato dal fatto che il ponte dal quale venivano effettuate le operazioni di lancio non poteva essere utilizzato per il bunjee jumping. Insomma, una tragedia che ha colpito una ragazza giovanissima e una posizione piuttosto delicata per l’istruttore. Che avrà anche agito in buona fede (e sarà stato senz’altro provato dalla morte di Vera), ma che è stato decisamente negligente nella circostanza.

(FOTO: DAVID HALLETT/ANSA)

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