Casaleggio ha paura per il Nord Italia. Nel MoVimento ci sono troppi volti del Sud

27/06/2017 di Redazione

Ci vogliono lumbard, e piemontesi, veneziani. Perché c’è uno spettro che preoccupa Davide Casaleggio all’indomani delle elezioni amministrative che ha visto il MoVimento prendere 8 città su 10 in cui erano in ballottaggio. Si chiama centrodestra, si chiama Silvio Berlusconi, e prende voti, troppi voti potenzialmente M5S, al Nord.

La questione settentrionale è ben spiegata oggi su La Stampa:

«Ci siamo concentrati solo sul Pd e non ci siamo accorti che nel classico gioco dei due litiganti – ragionano Luigi Di Maio e i fedelissimi con la Casaleggio Associati – a godere sarebbe stato Berlusconi». Sì, proprio lui, una vecchia conoscenza di Beppe Grillo che per l’ex Cavaliere aveva coniato il soprannome «psiconano», presenza fissa dei suoi spettacoli e dei suoi comizi.

(…)
Lo schema di gioco è chiaro: il M5S deve capitalizzare il forte consenso al Sud, vincendo la prima regione della sua recente storia. Nel frattempo deve attrezzarsi per diventare capace di attrarre chi vive al Nord e vota per Matteo Salvini o Berlusconi. L’impresa non è facile e da tempo diversi parlamentari settentrionali lamentano l’inadeguatezza del M5S a piantare radici in regioni come Lombardia e Veneto, partendo innanzitutto dai leader e dai volti più riconoscibili che sono tutti quanti meridionali, a partire da Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico.

Casaleggio ci sta lavorando su. Il coinvolgimento del mondo imprenditoriale partito dal convegno di Ivrea va in questa direzione, nel tentativo di svuotare quel bacino che un tempo apparteneva al leader di Forza Italia.

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