Le parole del pediatra che ha cercato di salvare il bambino morto per morbillo a Monza

23/06/2017 di Redazione

Un bambino di sei anni, ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza, è morto ieri mattina a causa di alcune complicanze dovute al morbillo. Il piccolo era affetto da una leucemia linfoblastica acuta, patologia a causa della quale era immunodepresso (ossia non aveva abbastanza difese immunitarie) ed era ricoverato da tempo presso la Fondazione Monza e Brianza per la mamma e il bambino.

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Le sue condizioni si sono aggravate quando ha contratto il morbillo. A contagiarlo – secondo fonti sanitarie – fratello e dalla sorella maggiori, entrambi non vaccinati per scelta della famiglia. ll piccolo era in cura da tempo per un tipo di leucemia in cui le possibilità di guarigione erano dell’85 %. Lo scorso marzo, però, le sue condizioni sono peggiorate dopo la diagnosi di morbillo. Finito in terapia intensiva, ha subito un peggioramento del quadro respiratorio, a causa del quale prima è stato prima intubato e poi collegato all’Ecmo. Sono seguite le complicanze celebrali e infine il decesso.

Andrea Biondi, 62 anni è alla guida della clinica pediatrica dell’Università Bicocca con sede al San Gerardo di Monza. Lavora nella struttura che ha cercato di salvare il piccolo. Fino all’ultimo. Il suo racconto al Corriere della Sera:

«Da marzo il bambino combatteva ogni giorno attaccato a una macchina, l’Ecmo, che sostituisce cuore e polmoni. La sua vita era appena a un filo, certo. Lo sapevamo ma non abbiamo mai perso la speranza. Mai. Minuto dopo minuto, abbiamo continuato a combattere. Però è stato inutile: l’organismo non ha saputo reagire al morbillo».

Biondi sottolinea come l’immunità di gregge data dai fratelli avrebbe potuto salvarlo.

Professor Biondi: ma un’eventuale vaccinazione l’avrebbe difeso?
«Dato che stava seguendo una chemioterapia, il suo organismo era fragile e debilitato. Anche se fosse stato vaccinato, il suo corpo non avrebbe potuto difendersi da solo».
Ha già incontrato i genitori del piccolo?
«Non ancora… Per loro è un dramma nel dramma. Alla difficoltà di dover affrontare una malattia seria, come la leucemia, si è aggiunta l’aggravante del morbillo. Ora si trovano davanti a una tragedia indicibile».

BAMBINO MORTO PER MORBILLO A MONZA: LE REAZIONI

«La storia di questo piccolo affetto da leucemia è l’esempio di come la cosiddetta ‘immunità di gregge’ sia fondamentale per la protezione di coloro che, per la loro malattia o per lo stato di trattamento in cui si trovano, non sono protetti, anche quando fossero vaccinati dal morbillo così come da altre malattie infettive – ha dichiarato l’assessore al Welfare Giulio Gallera – Tengo a sottolineare come solo l’immunità di gregge, cioè la vaccinazione di oltre il 95% dei bambini, sia l’unica strada per tutelare soggetti immunodepressi o che hanno contratto malattie come nel caso del piccolo del San Gerardo, che per queste ragioni non possono vaccinarsi».
«E’ dolororissimo – ha affermato la ministra della Salute Beatrice Lorenzin – commentare questa morte. Succede, come dice la scienza, quando manca l’immunità di gregge. Bisogna rispettare la medicina e le verità scientifiche per fare il bene dei nostri figli».

(foto copertina ANSA/STRINGER/DRN)

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