A Roma sgomberano i migranti da piazzale Maslax (per la ventesima volta)

Come ogni settimana, oramai, arriva puntuale lo sgombero dei migranti fermi a piazzale Maslax, dietro la stazione Tiburtina a Roma. Anche stavolta senza mediatori culturali. Diversi migranti, in attesa oggi di una visita medica al policlinico Umberto I, hanno dovuto rinviare alcuni accertamenti medici.

Il mandato dello sgombero – spiegano gli attivisti di Baobab – deriva direttamente dalla questura. E come ogni settimana sul posto si presenta il camioncino Ama per portare via materassi, vestiti e altri oggetti dei migranti. «Non avevano alcun mandato di sequestro dei beni. Abbiamo minacciato di denunciarli e ci siamo seduti per terra per bloccare l’accesso all’Ama. Sono intervenuti anche i senatori Manconi e Cervellini e il deputato Fassina. L’Ama si è allontanata, la questura ha chiamato in causa Ferrorie delle Stato, proprietari del piazzale, intimando di chiudere l’area. Sono tornati alcuni ragazzi da via Patini dichiarando che per poter essere rilasciati sono stati obbligati a firmare un documento di cui ignorano il contenuto perché non c’era nessun mediatore presente. Stato di polizia. Abbiamo filmato le dichiarazioni. Seguirà denuncia», spiegano dall’associazione. Lo sgombero è stato documentato, come sempre, sui social minuto per minuto.

Ma della situazione del piazzale Maslax così come quella via di Vannina (dove è stato sgomberato un ex capannone industriale) frega fino a un certo punto.

L’Unicef ha chiesto al più presto al Campidoglio di risolvere la situazione. Dall’altra il ministero dell’Interno dice che Roma può accogliere 2 mila migranti in più. Non c’è un piano, ma solo caos. L’ex Istituto Ittiogenico, che poteva esser una alternativa per poter accogliere i migranti, non è più sotto la Regione Lazio e il Ferrhotel, dove doveva sorgere l’hub accoglienza entro giugno, non è pronto. Intanto a Roma si dorme per strada. Fino al ventunesimo sgombero.

 

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